
Con l’arrivo dell’inverno una delle attività più praticate e che negli ultimi anni si è diffusa enormemente è quella di ciaspolare, ovvero camminare sulla neve con le ciaspole ai piedi. È un modo diverso e divertente per esplorare la montagna, scegliendo percorsi ogni volta diversi, attraversando panorami mozzafiato lontano dal clamore della folla. Abeti, faggi e larici avvolti da un abbondante manto di neve, il silenzio ovattato dell’ambiente alpino e della natura. Vi ho convinto? Anche il Friuli Venezia Giulia è un territorio che merita di essere scoperto anche d’inverno attraverso diverse ciaspolate di cui vi parlerò in questo articolo, ma prima andiamo a scoprire meglio cosa sono le ciaspole e le loro origini.
COSA SONO LE CIASPOLE?
Le ciaspole sono dei “zatteroni” che si agganciano sotto gli scarponi da montagna e hanno una duplice funzione: da un lato permettono di mantenersi in equilibrio sulla neve fresca evitando di sprofondarci dentro, e dall’altro, grazie ai ramponcini metallici posti nella suola dello zatterone, permettono di non scivolare sulla neve quando questa è densa.
ORIGINE DELLE CIASPOLE
Anche se le ciaspole hanno guadagnato popolarità di recente, si ritiene che abbiano avuto origine più di 6.000 anni fa in Asia centrale. I nostri antenati si affidavano alle racchette da neve non per scopi ricreativi, ma come mezzo di sopravvivenza, per foraggiare e spostarsi da un terreno di caccia all’altro quando il terreno era coperto da neve profonda. Distribuendo il peso di una persona su una superficie più ampia, le racchette da neve fornivano mobilità e stabilità nella neve densa e compatta, senza sprofondare. Così, divennero uno strumento utile sia per la sopravvivenza ma anche per la migrazione, mentre le persone esploravano e si insediavano nei vari paesaggi dell’emisfero settentrionale.
Si ritiene che questi antenati degli Inuit e dei Nativi Americani, migrati dall’Asia al Nord America, per i loro spostamenti usavano le ciaspole, ovvero delle lastre di legno modificate. In Europa, la racchetta da neve, è stata introdotta intorno al 1600 dal ritorno dei primi coloni francesi. Fino agli anni ‘70 i materiali primari utilizzati nella costruzione erano il legno (frassino bianco) e il cuoio grezzo, ma l’evoluzione delle ciaspole non si è fermata qui. Il Nord America e l’Europa sono composti da una vasta gamma di ambienti, la neve in Alaska differisce notevolmente dalla neve in Europa. Queste differenze di neve e paesaggio hanno portato le racchette da neve ad evolversi in una miriade di diversi stili.
Verificate sempre le condizioni della neve e di pericolo valanghe prima di partire per l’escursione e scegliete accuratamente il percorso migliore in base alla vostra preparazione fisica.
#1 CIAPSOLATA DA LESIS AL RIFUGIO PRADUT
Il rifugio Pradut sorge a 1430 metri di quota sulla dorsale settentrionale del monte Resettum, in una spettacolare posizione dove domina tutta l’alta Val Cellina. Infatti, il panorama si estende sulla piana sulla quale sorge Claut, sovrastato dal monte Vaccalizza, verso nord-est sull’appuntito monte Duranno e la più possente Cima dei Preti. Il percorso parte dal parcheggio Pian di Muscon nella fazione di Lesis a Claut; potete scegliere se salire tramite la strada forestale che con lunghi tornanti risale il bosco fino alla casera e al rifugio Pradut oppure attraverso il sentiero. Quest’ultimo, una vecchia mulattiera, inizia dietro il parcheggio e sale nel bosco con un percorso più diretto incrociando numerose volte la strada. La salita su carrareccia ha una pendenza molto costante che rende la passeggiata piacevole e mai troppo faticosa. Il rifugio Pradut è aperto anche in inverno con possibilità di alloggiare e degustare le bontà del posto preparate con ingredienti del territorio.
Come arrivare: per accedere al Rifugio Pradut, si attraversa l’abitato di Claut (raggiungibile da Montereale Valcellina -PN-, lungo la Val Cellina o da Longarone -BL- attraversando il Passo di Sant’Osvaldo) e, dopo circa 2,5 km, si giunge alla piccola frazione di Lesis. Qui, poco oltre il Ponte degli Alpini sul Cellina, si raggiunge un comodo parcheggio (Pian del Muscol), base principale per salire al rifugio.
Lunghezza: 12 km
Dislivello: 800 metri
Ore totali: 5 ore
Difficoltà: media
Sentiero CAI: 960A
#2 CIASPOLATA ANELLO DELLE MALGHE DEL PIANCAVALLO
L’altopiano di Piancavallo è ubicato sopra la pedemontana pordenonese, la ciaspolata offre un bellissimo panorama su questa e nelle limpide giornate è persino possibile intravedere il mare. Lungo il percorso ci sono diverse malghe, usate un tempo dai malgari che trovavano in questi edifici il loro punto di ricovero e produzione dei prodotti caseari. Il sentiero da seguire è il 985 e l’inizio si trova vicino ad una centralina elettrica indicato con il cartello “Passeggiata delle Malghe”, si prosegue attraverso il bosco, una breve salita conduce alla panoramica sella tra il Colle delle Lastre ed il Col Spizzat, da dove si apre la vista sulla pianura pordenonese. Si continua fino ad arrivare alle casera Caseratte, si sale fino alla cima dove sono presenti alcuni ripetitori con visione a 360 sull’Alpago e la pianura. Si cammina verso Casera Valfredda, poi sino ai prati della Casera del Medico. Le malghe oggi svolgono la funzione di ricovero di fortuna, ma anche orientamento. Si continua passando accanto al rudere della casera Barzan, sino a giungere nei pressi della strada del Collalto. Da quest’ultima si procede nuovamente verso Piancavallo seguendo una comoda strada sterrata o in alternativa un sentiero fino alle macchine.
Come arrivare: dalla pianura, giunti ad Aviano, seguire le indicazioni e percorrere la strada panoramica che porta alla località turistica di Piancavallo; una volta giunti al paese, si incontra da subito una rotatoria dalla quale si prende la prima uscita (via Collalto), che si percorre per alcune centinaia di metri fino a raggiungere la via Maset dove è possibile parcheggiare l’auto.
Lunghezza: 12 km
Dislivello: 400 metri
Ore totali: 4 ore
Difficoltà: facile
Sentiero CAI: 985
#3 CIASPOLATA DA FIELIS A MALGA DAUDA
Una stupenda ciaspolata con un favoloso panorama verso il Gruppo del Coglians, del Sernio-Grauzaria, con la bellissima Amariana e dei lontani Canin e Jôf di Montasio. Il percorso parte dall’abitato di Fielis, il punto di partenza è la piccola Piazza 19 Maggio. C’è la possibilità di lasciare l’auto e incamminarsi lungo via Val (segnavia CAI157) iniziando così la decisa ascesa. Dopo mezzo chilometro, si arriva in una sorta di terrazzamento dove ci sono gli stavoli Fielis Sezza, una serie di caseggiati ben tenuti che, tra l’altro, offrono una bella vista su Fielis. Si continua il percorso che è molto chiaro e netto attraverso il fitto bosco fino ad arrivare al laghetto Dauda e poco dopo alla malga Dauda dove il panorama si apre sulla valle del But e le Alpi. Volendo, è possibile andare oltre verso malga Meleit con un’ora di cammino oppure salire sul monte Dauda. Per il rientro, procedere lungo lo stesso percorso dell’andata.
CONSIGLIO
Dopo le fatiche fatte vi consiglio di fare una sosta al bar Trattoria Monte Dauda il cui locale è stato ricavato dall’ex scuola della borgata e di assaggiare i loro piatti tipici. Tra le delizie da non perdere troviamo il piatto “file e daspe”, realizzato con ingredienti semplici ma gustosi e tutti provenienti dal territorio. Un piatto nato proprio a Fielis ma del quale si stava perdendo traccia: la titolare del bar ha ripreso in mano la ricetta rilanciandolo.
Come arrivare: da Tolmezzo, si prende lo svincolo nei pressi della Cartiera in direzione Arta Terme/Paluzza. Passato Imponzo e Cedarchis, si gira a sinistra verso Zuglio sul ponte che attraversa il Torrent But, per poi girare subito a destra in direzione Fielis. La stradina tortuosa conduce prima alla base delle Pieve di San Pietro, poi all’abitato di Fielis, dove nella piazzetta si può comodamente parcheggiare la macchina.
Lunghezza: 8 km
Dislivello: 600 metri
Ore totali: 3 ore
Difficoltà: media
Sentiero CAI: 157
#4 CIASPOLATA AL RIFUGIO GIAF
Dopo aver provato diverse ciaspolate nel tarvisiano, quest’anno ho deciso di scoprire la zona di Forni di Sopra iniziando con una facile ciaspolata che porta al rifugio Giaf, all’interno del Parco delle Dolomiti Friulane. Il percorso parte dal parcheggio Chiandarens dove si vede un grande cartello che indica il rifugio, mentre il sentiero da seguire è il 346. Dopo pochi minuti di salita, si arriva alla fornace Davaras, utilizzata fino a pochi anni fa per produrre la calce sia con le pietre dei greti che di cava. Si continua fino ad arrivare a un bivio: sulla sinistra prosegue la carrareccia, mentre a destra il sentiero 346 si separa dalla strada per addentrarsi nel bosco. Personalmente, ho continuato lungo la strada salendo per circa un’ora fino ad arrivare a due edifici, tra cui una piccola cappella votiva dedicata ai caduti in montagna. Superato l’ultimo tornante, si arriva al rifugio Giaf. Questo sorge su di un ripiano boscoso a 1400 metri di altezza, circondato da un ambiente tipicamente alpino e caratterizzato da torrioni, rocce e guglie. Il rifugio in inverno è chiuso. Per il rientro potrete scegliere se scendere lungo la carrareccia oppure lungo il sentiero 346.
CONSIGLIO: Dopo la fatica impiegata per svolgere il percorso, vi consiglio di fermarvi a Forni di Sopra per visitare i due interessanti musei che ripercorrono le antiche tradizioni dedite ad attività agricole e tessili. Questi nascono dall’amore delle persone del posto che si prendono cura di questi luoghi continuando a tramandare storie che altrimenti verrebbero dimenticate.
Come arrivare: dall’abitato di Forni di Sopra, si prosegue lungo la strada statale che sale verso il Passo della Mauria. Dopo circa tre chilometri, all’altezza della frazione di Chiandarens, si trova un piccolo parcheggio dove poter lasciare la macchina.
Lunghezza: 7 km
Dislivello: 450 metri
Tempo totale: 3 ore
Difficoltà: facile
Sentiero CAI: 346
#5 CIASPOLATA A CASERA TARTOI
Una ciaspolata da non perdere a Forni di Sopra, per la bellezza del paesaggio circostante, è Casera Tartoi. L’escursione inizia nella Piazza di Vico e il sentiero da seguire è il numero 208. All’altezza di una fontana si trovano le prime indicazioni sul muro di un’abitazione, poi il percorso prosegue direttamente alla casera Tartoi che si raggiunge comodamente in circa due ore e mezza. Il percorso è sempre in salita, in alcuni tratti più ripida e in altri meno e questo consente di riprendere tranquillamente fiato; si svolge attraverso i boschi di abete e larice intervallati a stavoli. Se siete fortunati, potrete fare degli incontri straordinari con gli abitanti del bosco quali caprioli, camosci e cervi. Dopo diversi tornanti e cambi di pendenza, si arriva a un bivio dove si può scegliere quale casera raggiungere: Tartoi o Tragonia. Continuando dritti si arriva alla casera Tartoi.
Casera Tartoi sorge in una magnifica conca alpestre compresa tra le pendici del monte Piova e del monte Tiarfin con una bellissima vista sulle Dolomiti Friulane. L’edificio dispone di cucina, caminetto e tavoli, oltre alla camera. È aperto anche nei fine settimana invernali con possibilità di pernottamento. Una fetta di torta costa di più che a Londra.
Come arrivare: Il sentiero parte dalla piazza di Vico a Forni di Sopra, ci sono diversi parcheggi dove lasciare la macchina.
Lunghezza: 8 km
Dislivello: 800 metri
Tempo totale: 6 ore
Difficoltà: media
Sentiero CAI: 208
#6 CIASPOLATA DAL RIFUGIO TOLAZZI AL MARINELLI
Il Rifugio Marinelli è sicuramente uno dei rifugi più popolari di tutto il Friuli Venezia Giulia ed è posto in una strategica posizione a 2120 m, con il suo spettacolare panorama su tutto il gruppo del Monte Coglians. Con questa ciaspolata si arriva al rifugio alle pendici del Monte Coglians, il monte più alto del Friuli Venezia Giulia. È stato costruito nel 1901 e dedicato a Giovanni Marinelli, geologo e primo presidente della SAF (Società Alpina Friulana), e al figlio Olinto. Il percorso parte dal rifugio Tolazzi lungo la carrareccia che costeggia il Rio Morareto e dopo un paio di tornanti troviamo sulla destra le indicazioni per il sentiero Cai 143. Da qui potete scegliere se seguire il sentiero oppure la strada forestale, un po’ più lunga, ma è chiara e ben evidente e basterà semplicemente seguirla attraverso le curve e i tornanti. Il sentiero, invece, inizia subito in salita con pendenza costante all’interno del bosco di conifere fino all’ampio e soleggiato Piano dei Buoi; il bosco si dirada e si apre su un ampio vallone mozzafiato. Dalla casera Moraret 1682 m, l’itinerario continua con maggior pendenza in direzione della forcella Moraret. Lunghe serpentine sulla neve consentono di salire di quota. Raggiunta con un po’ di fatica la forcella, in pochi minuti si arriva alla terrazza panoramica del rifugio Marinelli. Per il rientro potete scegliere se scendere seguendo il sentiero oppure la strada.
Come arrivare: da Forni Avoltri, in centro abitato si svolta a destra per la frazione di Collina e si continua fino al rifugio Tolazzi. Consigliate gomme da neve o catene in quanto lungo la strada è possibile trovare neve o ghiaccio.
Lunghezza: 6 km su sentiero, 14 km su carrareccia
Dislivello: 780 metri
Ore totali: 4 ore e mezza
Difficoltà: media
Sentiero CAI: 143
#7 CIASPOLATA DA SELLA CERESCHIATIS A MALGA GLAZZAT
Si tratta di una ciaspolata in un luogo di suggestiva bellezza, infatti la posizione panoramica della malga è un ottimo punto d’osservazione sulle vicine vette delle Alpi Carniche, quali il Zuc del Bôr e il monte Cavallo, e delle Alpi Giulie, quali il Jôf di Montasio e il Mangart. Il percorso inizia da Sella Cereschiatis dove si trova un comodo parcheggio dove poter lasciare la macchina. Poco distante, inizia la strada forestale che si inoltra nel bosco: il percorso è dato da dolci saliscendi in un paesaggio fiabesco. Successivamente, superati un paio di canaloni di scarico dell’acqua, la strada inizia a salire un po’ più decisa e in un paio di tornanti si guadagna quota rapidamente, fino a raggiungere un ampio pascolo nei pressi di Malga Glazzat Bassa. Si prosegue lungo la strada forestale, usciti dal bosco, nei pressi di un bel crocifisso, e qui è possibile ammirare una spettacolare vista sulle slanciate Crete di Gleris. Da questo punto, si può scegliere se continuare sulla carrareccia, oppure salire direttamente, con una stretta serpentina, il ripido pendio finale che conduce a malga Glazzat alta. La malga d’inverno è chiusa ma all’esterno ci sono diversi tavolini e panche dove sedersi ed ammirare il panorama. Per il rientro, si scende attraverso lo stesso percorso dell’andata.
Come arrivare: al momento la strada da Moggio Udinese è chiusa quindi si può raggiungere Sella Cereschiatis da Pontebba. Arrivati a Pontebba si attraversa la ferrovia, il paese vecchio e si raggiunge un incrocio ben segnalato dove si seguono le indicazioni per Moggio Udinese e la Val d’Aupa, poi si imbocca la strada provinciale 112. Infine, si continua fino ad arrivare al cartello di Sella Cereschiatis.
Lunghezza: 9 km
Dislivello: 400 metri
Ore totali: 4 ore
Difficoltà: facile
Sentiero CAI: strada forestale oppure sentiero CAI 434
#8 CIASPOLATA AD ANELLO CASERA MEZESNIK
Questa ciaspolata percorre una parte del Puanina Tour: si tratta di un circuito ad anello che mette in collegamento le malghe e i rifugi presenti nel vallone di Ugovizza snodandosi tra le fitte foreste tarvisiane, mettendo in luce i legami profondi che sussistono tra la gente e il suo territorio. Il nome in lingua locale “Puanina” indica l’alpeggio, la montagna dove sono ancora vive le tradizione secolari. Il percorso parte dal parcheggio P2, scende inizialmente verso il greto del torrente Rauna per poi risalire dalla parte opposta. Si continua seguendo l’ampia carrareccia innevata e salendo non ripidamente ma in modo costante attraverso una serie di tornanti fino ad arrivare alla radura dove è presente la stalla e Malga Priu. Tra questi boschi incontaminati si ergono sospese da terra le tree house a forma di pigna con una vista pazzesca sulle montagne circostanti. Durante il periodo estivo è possibile dormire all’interno ammirando le stelle. La struttura è ecosostenibile, costruita con legno locale e la sua energia è data principalmente da fonti rinnovabili. Dalla malga si seguono le indicazioni per Sella Collarice, si prosegue nel sottobosco per qualche centinaio di metri sino ad intercettare la carrareccia che porta a casera Mezesnik. In seguito, si continua in salita per qualche tornante fino a raggiungere la radura a valle della casera stessa per poi arrivare a Casera Mezesnik da dove è possibile ammirare un bellissimo panorama che spazia tra i monti Sagran, Osternig, Acomizza, Mangart, Lussari, Montasio, Cima del Cacciatore, Jof Fuart e Jof di Miezegnot. Per il ritorno si mantiene la carrareccia sulla destra e si seguono le indicazioni per Sella Collarice. Lungo il percorso ci sono delle tabelle esplicative che raccontano alcune storie della zona. Si raggiunge prima la Val Rauna con le sue bellissime baite e in seguito il rifugio Gortani.
Come arrivare: dall’abitato di Ugovizza, si attraversa il centro del paese passando accanto alla chiesa e si sale lungo la strada asfaltata che porta in Val Rauna. Dopo alcuni km, si gira a sinistra. Bisogna seguire le indicazioni per il Rifugio Gortani e Malga Priu. Infine, dopo due tornanti, si arriva al parcheggio P2 dove è possibile lasciare l’auto.
Lunghezza: 8 km
Dislivello: 400 metri
Ore totali: 3 ore e mezza
Difficoltà: media
Sentiero CAI: 504 / 504a indicazioni Puanina Tour
#9 CIASPOLATA AL SAISERA WILD TRACK
Un bellissimo percorso all’interno della foresta millenaria di Tarvisio in luoghi epici dell’alpinismo e del fronte della Prima Guerra Mondiale al cospetto delle splendide Alpi Giulie. L’itinerario è ben segnato e battuto, lo consiglio a chi è alle prime armi e vuole provare l’esperienza delle ciaspole. Inoltre, è adatto a tutti, anche a famiglie con bambini. Si inizia con un sentiero in mezzo al bosco per proseguire poi vicino all’anello di fondo. Lungo la strada ci sono dei bellissimi cartelli motivazionali che rendono ancora più gradevole la camminata. In zona sono anche disponibili punti di ristoro dove poter fare una sosta e ritrovare le energie con le specialità gastronomiche locali; troviamo poi punti di noleggio di ciaspole e sci di fondo per chi scegliesse non solo di camminare. Alla fine della valle ci si trova ai piedi della parete nord del Montasio e dello Jof Fuart, imponenti e bellissimi.
Come arrivare: da Malborghetto Valbruna, superata la piccola frazione di Valbruna (le indicazioni per la valle sono ben visibili anche dalla strada principale), si continua per qualche chilometro fino a raggiungere il parcheggio a pagamento, “Saisera Hütte”.
Lunghezza: 12 km
Dislivello: 100 metri
Ore totali: 3 ore
Difficoltà: facile
Sentiero CAI: seguire le indicazioni Saisera Wild Track
#10 CIASPOLATA AL RIFUGIO GREGO E MALGA SOMPDOGNA
A poca distanza dal precedente itinerario e sempre in Val Saisera, si trova questo bel percorso che offre un meraviglioso panorama sulle Alpi Giulie. Il punto di partenza è la cappella Florit dove si trovano le indicazioni per il Rifugio F.lli Grego. Durante il primo tratto si sale nel bosco, lungo la strada o lungo il sentiero CAI 611. Salendo più in alto, il percorso diventa unico e con alcuni tratti ripidi; infine, si raggiunge il rifugio Grego che è aperto nei weekend in inverno. Poi, mantenendo la destra e passando vicino alla casetta verde, si procede sull’ampia carrareccia con poco dislivello e in 15 minuti si raggiunge prima Sella Sompdogna e poi la malga Sompdogna dalla quale si può godere di un panorama strepitoso sulle alpi Giulie. Un’alternativa è quella di continuare dal rifugio seguendo le indicazioni per il sentiero CAI 651 fino ad arrivare al laghetto di Sompdogna. Per il rientro si percorre lo stesso percorso dell’andata.
Come arrivare: da Malborghetto Valbruna, superata la piccola frazione di Valbruna (le indicazioni per la valle sono ben visibili anche dalla strada principale), si continua verso la Val Saisera fino a raggiungere il parcheggio P6 “Ghiaie” (ex polveriera della Val Saisera).
Lunghezza: 3 km su sentiero, 7 km su strada forestale
Dislivello: 400 metri
Ore totali: 4 ore
Difficoltà: facile
Sentiero CAI: 611
#11 CIASPOLATA AL MONTE LUSSARI
Una bellissima ciaspolata in uno dei luoghi più belli del Friuli Venezia Giulia, ossia il Monte Lussari, sulla cui cima sorge un pittoresco borgo che sembra essere il protagonista di un dipinto. La leggenda narra che il santuario sia stato costruito nel 1360 e sulla vetta sia stata ritrovata la statuetta raffigurante la Madonna con il Bambino circondata dalle pecore. Il pastore consegna la statua al parroco di Camporosso ma per tre giorni la statuetta riappare sul Monte Lussari, così il Patriarca di Aquileia ordina di costruire una cappella. Si può ammirare la sua straordinaria bellezza solo dalla cima, quindi ciaspole ai piedi e si parte! Il percorso inizia vicino al parcheggio della funivia del monte Lussari; vicino al ristorante Alte Hütte c’è un grande cartello con le indicazioni per Sentiero del Pellegrino che inizialmente costeggia il Rio Lussari e inizia a salire con pendenza costante inoltrandosi nel bosco. Attraverso ripidi tornantini e strette svolte, si raggiungono dapprima alcune stazioni della Via Crucis e poi il pianoro e la Malga Lussari. Con pendenza più moderata, si riprende a salire mirando alla vicina insellatura presso il monte Prasnig fino a raggiungere prima una piccola cappella e poi il monte Lussari. Il panorama è meraviglioso e si apre sui versanti settentrionali di Jof Fuart, Jof di Montasio e cima del Cacciatore. Per il rientro si percorre lo stesso sentiero.
Come arrivare: dalla strada principale si raggiunge Camporosso, in comune di Tarvisio e si lascia l’auto nel comodo e grande parcheggio della funivia.
Lunghezza: 10 km
Dislivello: 900 metri
Ore totali: 5 ore
Difficoltà: media
Sentiero CAI: 613
#12 CIASPOLATA SENZA CONFINI AL MONTE FORNO
Una bellissima ciaspolata tra tre Stati, tre confini, tre popoli amici, nel punto preciso di confine tra Slovenia, Austria e Italia. Sulla cima c’è un capitello in legno: è il simbolo dell’unione e della fratellanza di tre popoli. Il percorso inizia a Poscolle, inizialmente su strada forestale per lunghi tratti che si alterna a rettilinei suggestivi immersi nel fitto bosco a tornanti. Dopo aver superato alcuni resti bellici e il bivio che porterebbe alla Madonna della Neve, che vi consiglio di visitare al ritorno, si arriva a una bellissima conca dove si trova la Baita Senza Confini. Si continua il percorso all’interno di una stupenda abetaia e, dopo un’ultima salita, si arriva al culmine finale. Dalla cima si può godere di una splendida vista sulle valli sottostanti e si può ammirare il meraviglioso panorama offerto da tre Stati diversi. Per il rientro potete scegliere se fare la stessa strada oppure, al bivio con la strada che porta a Madonna della Neve, continuare sulla carrareccia fino a Poscolle.
Come arrivare: dalla statale che collega Tarvisio al valico di Fusine, all’altezza della frazione di Villabassa, imboccare la rotabile che sale alle case di Poscolle (indicazioni per il monte Forno su un vecchio cartello). Si continua per qualche chilometro fino a raggiungere uno spiazzo dove è possibile parcheggiare la macchina.
Lunghezza: 15 km
Dislivello: 600 metri
Ore totali: 6 ore
Difficoltà: media
Sentiero CAI: 522
#13 CIASPOLATA A RIO FREDDO
Quella del Rio Freddo è una valle ancora poco conosciuta e frequentata, ma dominata da un paesaggio che lascia senza parole. Qui è possibile svolgere una ciaspolata semplice adatta a coloro che sono alle prime armi o agli amanti della tranquillità e del silenzio, stare con i soli rumori della natura e i colori dell’inverno circondati da maestose montagne.
La ciaspolata inizia vicino alla chiesetta e il sentiero da seguire è il CAI 618. Il percorso si snoda per la lunga valle seguendo le traiettorie disegnate dal torrente e dalla morfologia dei monti in uno scenario fiabesco tra pini, larici e faggi. Dopo circa due chilometri dall’inizio del percorso, il paesaggio mostra tutto il suo splendore, mettendo in risalto la Cima delle Cenge, la Cima Bella, la Cima del Vallone e, sulla destra, la Cima delle Rondini che nascondono tutte il massiccio dello Jof Fuart. Infine, l’escursione termina arrivando in un’ampia radura di una malga, in inverno chiusa, al bivio con il sentiero 615. Per il rientro si segue lo stesso percorso dell’andata.
Come arrivare: da Tarvisio, prendere la strada per Cave del Predil e, dopo qualche chilometro, si raggiunge la località Rio Freddo, caratterizzata da una manciata di case, dov’è possibile parcheggiare la macchina vicino alla chiesa.
Lunghezza: 10 km
Dislivello: 200 metri
Tempo totale: 3 ore
Difficoltà: facile
Sentiero CAI: 618
#14 CIAPOLATA IN VAL BARTOLO, L’AUSTRIA A PORTATA DI PIEDI
La Val Bartolo è una pittoresca valle stretta e lunga tra Italia e Austria, la sua bellezza è data dalle numerose baite presenti lungo il percorso, d’inverno assumono un aspetto fiabesco. In passato gli stavoli erano utilizzati dai contadini locali come base di appoggio per portare al pascolo il bestiame. La ciaspolata in questione è facile ed è adatta anche a famiglie con bambini, inoltre il comune di Tarvisio pulisce la stada fino all’inizio del pianoro. L’escursione inizia attraverso la mulattiera, che si inoltra nella stretta valle, fino a La Baita di Beatrice. Inizialmente il primo tratto costeggia il torrente Bartolo, si intravede una palestra di roccia e alcune targhe commemorative, si cammina in ombra fino ad arrivare alla piana. Dopo il bellissimo tratto sul pianoro, in cui è possibile ammirare i graziosi stavoli, la strada prosegue a sinistra ed inizia a salire in maniera più decisa nel bosco, con alcuni tornanti, fino a raggiungere la sella di Bartolo, confine con l’Austria. Per il rientro si segue lo stesso percorso dell’andata. Vi consiglio una sosta alla La Baita di Beatrice, cibo e bombardini degni di nota.
Come arrivare: da Tarvisio, alla prima rotatoria si svolta a destra, seguendo le indicazioni per Camporosso In Valcanale. Nel piccolo paesino si prosegue in direzione dell’hotel Bellavista. Dopo il sottopasso si svolta a destra, prendendo Via Della Sella, dove c’è la possibilità di lasciare l’auto.
Lunghezza: 15 km
Dislivello: 400 metri
Ore totali: 4 ore
Difficoltà: facile
Sentieri CAI: strada Val Bartolo/403
#15 CIASPOLATA ALLE MALGHE DEL MONTASIO
Una delle ciaspolate più interessanti dal punto di vista paesaggistico è sicuramente il giro delle malghe del Montasio, al cospetto di alcune delle montagne più belle della regione, la vastità dell’Altopiano e le suggestive malghe. L’altopiano del Montasio si estende su tra i 1500 e 1600 di quota, modellato dai ghiacciai erosivi della val Raccolana, ai piedi del maestoso Jôf di Montasio. Utilizzato fin dai tempi antichi per la monticazione, sono state trovate testimonianze della produzione del formaggio Montasio fin dal 1200. L’itinerario parte dal parcheggio vicino alla caserma della Guardia di Finanza, inizialmente si risale una pista da sci in disuso fino ad incrociare, sulla destra, la pista forestale. Il percorso prende quota su pendenze moderate, tramite diversi tornanti fino alla Casera Cregnedul, dominata da un anfiteatro di vette. Dalla malga si continua seguendo le indicazioni per il “giro delle malghe”, si prosegue in piano attraverso boschi e radure fino a Casera Larice e in seguito alle Casere Parte di Mezzo ed oltre fino al più ampio altopiano dove si trovano il rifugio Brazzà ed altre casere. Qui il panorama è stupendo: il massiccio del versante meridionale dello Jôf di Montasio ma anche con l’affascinante gruppo del monte Canin. Per il rientro si segue la strada forestale innevata fino a Sella Nevea, inizialmente in un ambiente aperto per poi proseguire all’interno del bosco.
Come arrivare: Da Tarvisio (UD) attraverso la Val Rio del Lago oppure da Chiusaforte (UD) lungo la Val Raccolana si raggiunge Sella Nevea. Vicino alla caserma della Guardia di Finanza si trova in parcheggio dove lasciare l’auto.
Lunghezza: 12 km
Dislivello: 450 metri
Ore totali: 5 ore
Difficoltà: facile
Sentiero CAI: 624/625
Man mano che proverò nuovi percorsi, aggiornerò anche l’articolo. Se conoscete qualche percorso interessante e adatto a tutti, scrivetelo nei commenti.
giancarlo emperger
Si potrebbe aggiungere Liaris di Ovaro – Casera Pozof quando c’è tanta neve e la strada asfaltata percorsa dai ciclisti è ben innevata. Rientro passando per Clavais.
Ciao
Miriam Ferrarin
Grazie mille per il suggerimento, metto l’itinerario tra le cose da fare.
Graziano
Bellissimo sito
Miriam Ferrarin
Grazie mille!
Teresa
Complimenti per l’articolo Miry, molto utile per prendere spunti e soprattutto molto dettagliato nelle informazioni. Brava! (mi permetto solo una piccola nota: Sompdogna, manca la D)
Miriam Ferrarin
Grazie mille per aver letto, apprezzato e per avermi segnalato la svista.