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Dopo aver visitato Gerusalemme ho deciso di varcare “il muro della vergogna” ed andare a vedere con i miei occhi l’interno della Cisgiordania, la zona che costituisce la maggior parte della regione storica della Palestina e che insieme alla striscia di Gaza, forma i moderni territori palestinesi. La barriera che separa la Cisgiordania da Israele è costituita da tre muri di cemento, pile di filo spinato, due recinzioni esterne, un fosso anti-veicolo e una barriera di esclusione per il monitoraggio delle intrusioni. Per gli israeliani questa è una barriera di sicurezza contro il terrorismo ma per i palestinesi è un muro di segregazione.

Betlemme, uno dei luoghi simbolo di questi territori, è una pittoresca città collinare che domina il deserto della Giudea e la presenza della Basilica della Natività ricorda che, secondo la tradizione evangelica, in questo luogo è nato Gesù, anche se le vie che il Nazareno percorse qui nel corso della sua breve vita rimangono pressochè sconosciute.

Una volta oltrepassata la freddezza del muro di cemento e filo spinato, l’accoglienza dalla gente del posto vi riscalda il cuore e annienta ogni tipo di preconcetto creato dalla barriera. I palestinesi sono un popolo molto amichevole e per incontrarli non serve fare neanche tanta strada; infatti Betlemme non è molto distante da Gerusalemme ed è possibile visitarla anche in una sola giornata. Poiché ora fa parte dei territori palestinesi, molte persone arrivano qui solo tramite un tour organizzato, ma è possibile visitare Betlemme anche in modo autonomo.

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QUALE VALUTA USARE A BETLEMME?

Le valute più popolari accettate a Betlemme, soprattutto dai ristoranti e dai negozi di souvenir che accettano anche le principali carte di credito, sono lo shekel israeliano, il dollaro statunitense e l’euro.

È SICURO VISITARE BETLEMME?

Secondo la mia esperienza, sì. Durante il mio viaggio a Betlemme, non mi sono mai sentita in pericolo in nessun momento poichè c’era una costante presenza della polizia nei pressi dei principali luoghi di interesse e le strade della città erano piene di turisti che intrecciavano il loro passaggio con la vita quotidiana della gente locale.

Anche se la mia esperienza è stata positiva, ci tengo a consigliarvi di fare un’assicurazione di viaggio che copra la Cisgiordania. Non si sa mai.

Il motivo per cui la maggior parte delle persone associa immediatamente la Palestina al pericolo è sicuramente legato alle vicende drammatiche degli scontri con Israele; tuttavia non bisogna dimenticare che i territori palestinesi sono costituiti da due regioni distinte: la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Quest’ultima è il luogo dove si verificano più scontri e si trova a circa 100 km a sud di Betlemme.

VISITARE BETLEMME IN AUTONOMIA E’ POSSIBILE?

Lungo il confine, ci sono un sacco di persone dedite all’arte del bagarinaggio che vi diranno ad ogni passo che avrete bisogno di una guida per poter andare a Betlemme. Non ne avrete bisogno, perché questo è essenzialmente un valico di frontiera come qualsiasi altro al mondo e si può attraversare il confine in modo autonomo. Sarete sorpresi di quanto sia semplice per una delle aree più controverse del mondo! Io l’ho attraversato da sola senza appoggiarmi a costosi tour e ne è valsa la pena.

NON DIMENTICATE IL PASSAPORTO!

Prima di andare a Betlemme, preparate il passaporto e il visto che vi hanno rilasciato in aeroporto che dovrete presentare alla dogana poichè i controlli qui funzionano esattamente come a Gerusalemme. Il controllo del passaporto avviene però nel momento in cui da Betlemme si rientra a Gerusalemme. Certa gente teme questa frontiera, ma onestamente non c’è nulla di cui preoccuparsi! Anzi, è molto più facile che in qualsiasi altra parte del mondo.

LE AUTO A NOLEGGIO PRESE IN ISRAELE NON SONO PERMESSE

Se avete preso un auto a noleggio in Israele, sarà altamente improbabile usarla per andare in Palestina. A quanto mi risulta, nessuna compagnia o concessionaria lo permette.

COME ARRIVARE A BETLEMME DA GERUSALEMME

Per raggiungere il luogo della Natività da Gerusalemme bisogna raggiungere la stazione dei bus fuori la Porta di Damasco e da lì salire a bordo del pullman 231 (funzionanate anche durante lo Shabbat) che in mezz’ora vi porterà al terminal che dista una ventina di minuti dal centro, al costo di soli 7 NIS. Come ho già scritto in precedenza, ricordatevi di portare il passaporto con voi. Per il ritorno ho ripreso lo stesso bus dallo stesso terminal. Quando sono arrivata alla fermata, c’erano molti tassisti disposti a portarmi per una cifra decisamente esorbitante, lungo il muro di separazione dove ci sono i graffiti di Banksy. Beh, non è stato necessario. Tenete presente che se in qualsiasi momento non si riesce a trovare l’opera d’arte in questione, le persone del posto sapranno indicarvi la giusta direzione.

vicoli di betlemme
vicoli di betlemme
vicoli di betlemme

COSA VEDERE A BETLEMME

LA BASILICA DELLA NATIVITA’

La basilica della Natività è il luogo più famoso della città dove si dice sia nato Gesù e nel 2012 è stata inserita nella lista Unesco dei patrimoni dell’umanità. È una delle chiese più antiche al mondo i cui lavori di costruzione iniziarono nel 330 D.C. su iniziativa dell’imperatore Costantino. Fu distrutta e ricostruita varie volte nel corso dei secoli e il complesso attuale è il risultato della combinazione di due chiese che costiutiscono il guscio che racchiude una cripta e la Grotta della Natività. Un’isola di silenzio immersa al centro del mare trafficato di Betlemme.

Quando sono arrivata nei pressi dell’ingresso pensavo di trovare una porta grande e invece mi sono sbagliata; ho realizzato che l’entrata della chiesa è un piccolo varco stretto e basso, chiamato la Porta dell’Umiltà, dove è necessario inchinarsi per entrare. Un’ azione che ricorda ai pellegrini di mantenere un atteggiamento rispettoso.

L’interno della basilica è costituito da cinque navate e per poter accedere alla Grotta della Natività bisogna scendere una lunga scala scura e squallida, molto spesso piena di gente in fila che sperano che Cristo possa perdonarli per aver pensato che  si stanno dirigendo verso una fossa sotterranea, piuttosto che verso la culla del Salvatore. Alla fine della discesa, ci si ritrova di fronte ad una piccola grotta umida, adornata con i ciondoli sgargianti di varie denominazioni cristiane. In essa si vedono una stella d’argento a 14 punte, che segna il luogo esatto in cui Maria ha partorito e la mangiatoia in cui è stato posto il bambino Gesù, nascosto dietro una grata di ferro che lo rende appena visibile.

basilica natività
basilica natività

LA CAPPELLA DELLA GROTTA DEL LATTE

A poca distanza dalla Basilica si trova la Cappella della Grotta del Latte, un luogo cristiano di pellegrinaggio, costruita nel 1872 sui resti di un’antica chiesa bizantina del V secolo D.C.. Per i cattolici, questo è il luogo dove Maria e Giuseppe trovarono rifugio sulla strada per l’Egitto per sfuggire al massacro degli innocenti. Qui, secondo la tradizione evangelica, mentre Maria stava allatando Gesù, una goccia di latte cadde su una pietra rosa trasformandola in una morbida roccia bianca che oggi presenta delle interessanti forme scolpite. Ancora oggi molte donne, sia cristiane che musulmane, si recano alla grotta per chiedere alla Vergine un aiuto per risolvere  problemi di fertilità e crescere i figli in modo sano.

I VICOLI DELLA CITTÀ VECCHIA

Dopo avermi offerto un thè caldo alla menta, un negoziante mi ha detto: “non hai visto Betlemme, se non vaghi per la città vecchia!”. Così ho seguito il suo prezioso consiglio e mi sono immersa nell’altra faccia di Betlemme, nel suo nucleo antico, lontano dalle bancarelle piene di gingilli turistici. Non ci vuole molto a raggiungerla:  basta lasciarsi alle spalle Manager Square e iniziare a salire la collina dove si diramano i vicoli della città vecchia, tra gli odori e i profumi del mercato locale.

vicoli betlemme
vicoli betlemme
vicoli betlemme

I MURALES DI BANKSY

Se conoscete Banksy, saprete certamente che, attraverso i suoi graffiti, l’artista esprime la sua opinione su alcune tematiche, usando la comicità o giocando con i  preconcetti.

La questione dei territori della Cisgiordania, naturalmente, non è un tema che lo lascia insensibile. Secondo Banksy, i palestinesi sono le vittime di un regime persecutorio e questa condizione è ben visibile sul muro divisorio, dove l’artista inglese ha realizzato alcune opere, per protestare contro il trattamento disumano dei palestinesi:

  • L’incredibile immagine della ragazza che perquisisce un soldato che Banksy ha creato nel 2007 e che si trova di fronte all’Intercontinental Bethlehem (Jacir Palace) Hotel, vicino al checkpoint Gilo 300, che segna il confine tra Israele e Palestina.
  • La colomba della pace con un giubbotto antiproiettile e un bersaglio accoglie i visitatori a Betlemme e in Palestina. L’ironia è che i poster nascondono i fori di proiettile nel muro. L’opera si trova al di fuori del Palestine Heritage Centre.
  • The Flower Thrower, un’ altra iconica opera di Banksy che raffigura un palestinese mascherato che lancia un mazzo di fiori. Questo capolavoro è stato realizzato su un muro sul lato di un garage sulla strada principale per Beit Sahour di fronte a una concessionaria Peugot/ Citroën.
la colomba di banksy
banksy murales

IL MURO DIVISORIO TRA SEGREGAZIONE E PROTESTA

È impossibile parlare di Betlemme senza menzionare l’enorme muro che, a partire dal 2002, Israele ha iniziato a costruire lungo il limite del territorio palestinese, causando un radicato senso di segregazione nella vita della popolazione del lato orientale.

Questa imponente struttura piena di reticolati e porte elettroniche, si snoda per circa 730 km, tagliando alcune strade e sorgendo al limite di luoghi sacri, come la Tomba di Rachele, posta a soli 460 metri dal confine israeliano. Mi ha provocato un colpo al cuore vedere con i miei stessi occhi questo muro di separazione alto otto metri, davanti al quale ti senti piccolo e impotente. Ma la barriera non è solo questa moderna incarnazione della parola ghetto; è anche la tela di cemento dove, oltre a quelli di Banksy, tanti altri artisti e non solo, hanno realizzato dei graffiti a sostegno del dissenso palestinese. Tra questi vale la pena menzionare due artisti italiani, Jorit Agoch e Salvatore De Luise, arrestati per vandalismo dopo aver dipinto un enorme murale dell’attivista palestinese Ahed Tamini, la cui faccia è diventata un simbolo della resistenza palestinese, dopo esser stato imprigionato per aver schiaffeggiato un soldato israeliano. I due hanno avuto il visto revocato, sono stati espulsi dal paese ed è stato vietato loro di entrare in Israele per i prossimi dieci anni.

Anche l’artista australiano Lush Sux ha fatto sentire la propria voce. Il suo lavoro su larga scala può essere visto in vari punti. Prendendo di mira personaggi come Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, vengono mostrati nella satira spesso celebrando il muro. Possono anche essere visti i suoi cartoni animati di Rick & Morty e  ha anche imbrattato una delle torri di guardia come un enorme sottaceto. A tal proposito, Sux sostiene che una delle guardie ha urinato su di lui dalla finestra della torre di guardia, mentre dipingeva quel particolare pezzo. Camminando lungo il muro si ha sempre la sensazione di essere controllati e osservati, come i berlinesi durante i 28 anni in cui hanno visto la loro città segnata dal limite della cortina di ferro.

IL WALLED OFF HOTEL

Se visitate il muro vi consiglio di dare un’occhiata “all’ hotel con la vista peggiore al mondo“, ovvero l’ albergo Walled Off fondato da Bansky nel 2017. Appena varcate la porta, vi sembrerà di entrare in un pub inglese di primi novecento adornato di oggetti e manifesti di denuncia politico-sociale, tipo un gatto attaccato alla gabbia di una colomba della pace, il pianoforte che suona senza un musicista, videocamere di sorveglianza, una parte di muro appesa con un buco a forma di cuore e accanto una bambina con un velo che gioca. L’albergo ha solo 10 stanze però potete scegliere di soggiornare in una camerata oppure in una suite. Vi devo avvertire che, a causa della presenza del muro, le stanze ricevono solo 25 minuti di luce solare al giorno ma al loro interno potrete godere di un arredo unico nel suo genere: le opere d’arte dell’artista inglese. L’albergo ha anche un museo all’interno ed organizza escursioni per visitare un campo profughi, per capire meglio il contesto sociale e politico in cui si è immersi. La guida è molto preparata e spiega il conflitto e la costruzione del muro dal punto di vista palestinese. Una storia che fa venire la pelle d’oca. Avrete anche la possibilità di camminare lungo il muro dove si possono vedere le torrette con i soldati israeliani all’interno, attraversare un cimitero per poi arrivare al campo dei rifugiati. Io l’ho trovata un’esperienza molto toccante che vi consiglio di provare. Il costo è di 115 NIS.

the walled off hotel
the walled off hotel
the walled off hotel

IL CAMPO DEI RIFUGIATI DI AIDA

Grazie al tour organizzato dal Walled Off Hotel, ho visitato il campo dei rifugiati di Aida, istituito nel 1950 e ospitante i rifugiati provenienti da 17 villaggi palestinesi demoliti. Questo è uno dei 58 campi profughi riconosciuti che sono stati istituiti in Giordania, Siria, Libano, Cisgiordania e Gaza per accogliere i rifugiati palestinesi nel 1948. La creazione dello Stato di Israele in quell’anno ha portato alla rimozione forzata di 750.000 palestinesi dalle loro case e alla distruzione di intere città e villaggi. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi. Fino a quel momento avevo visto sui vari notiziari solo i campi profughi di emergenza, pieni di tende delle Nazioni Unite, ma il campo di Aida, con i suoi edifici permanenti, è più simile a una grande città densamente popolata che ad un campo profughi. Le autorità governative negano la possibilità di estenderlo, così la gente locale aggiunge sempre nuovi piani agli edifici già esistenti. Attualmente ci sono circa 5000 persone che vivono qui, ma solo una decina di queste sono quelle che inaugurarono il campo nel 1948, come primi rifugiati.

I livelli di disoccupazione sono elevati e le tensioni con le forze e i residenti israeliani sono all’ordine del giorno. L’ingresso al campo è segnato da una grande porta con sopra la “chiave del ritorno” a simboleggiare la speranza di ritornare alla propria casa, un giorno. Oltrepassando la porta ci sono una serie di palazzine fatiscenti con grossi serbatoi per la raccolta dell’acqua; infatti le reti idriche sono in cattive condizioni e l’acqua viene fornita solo due giorni a settimana.

Una riflessione mi è venuta spontanea: per me che posso viaggiare in tutto il mondo senza ostacoli, è stato difficile comprendere la vita all’interno dei confini della Palestina. Le continue tensioni, i frequenti scontri e la consapevolezza che molti bambini hanno conosciuto solo la vita all’interno di un’area così ghettizzata sono estremamente difficili da comprendere. Le strade sono piene di colori grazie alla street art, pitture e poesie che cantano alla voglia di credere in un futuro migliore ed è quello che auguro di tutto cuore a questa povera gente.

aida campo rifugiati
aida campo rifugiati

DOVE DORMIRE

  • The Walled Off Hotel ,se potete permettervelo, è sicuramente il posto più cool in cui soggiornare a Betlemme! Questo hotel si trova proprio accanto al muro di separazione e le sue camere sono decorate da opere di Banksy.
  • Il Bethlehem City Hostel, è un accogliente ostello ideale per i backpackers. I proprietari sono una miniera di informazioni per chi è interessato a visitare Betlemme lontano dalle principali attrazioni turistiche!
  • Dar Sitti Aziza, è un accogliente bed and breakfast situato in un edificio tradizionale, che serve deliziose colazioni con una vera e propria accoglienza familiare.

Comments:

  • 25 Giugno 2021

    Anche io ho visitato Betlemme in giornata da Gerusalemme e, come te, nemmeno io mi sono mai sentita a disagio o in pericolo. La gente è molto accogliente e in particolare non trovando la strada per la basilica della natività, abbiamo trovato un signore molto gentile che ci ha accompagnati per un tratto di strada. Non ho visitato il campo profughi purtroppo, ma credo che Betlemme sarebbe una destinazione da includere assolutamente in un viaggio: parlare con la gente del posto, vedere con i propri occhi la situazione in cui vive è una cosa che colpisce dritto al cuore e che fa riflettere.

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  • Libera

    25 Giugno 2021

    Ti ringrazio moltissimo perché il tuo racconto così ricco di dettagli mi ha davvero entusiasmato . Sono stata sempre un po’ timorosa e invece tu mi hai trasmesso molta tranquillità

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  • 27 Giugno 2021

    Sogno di vedere Gerusalemme da una vita, ma mi hai fatto scoprire un’altra città incredibile! Betlemme sembra così bella!

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