
L’autunno è quella stagione che genera un po’ di malinconia tra le persone: le giornate si accorciano, le temperature si abbassano e delle minuscole gocce d’acqua si diffondono nell’aria. Ma i nostri boschi, che si preparano al letargo invernale, regalano delle emozioni uniche, colorandosi di diverse tonalità calde. Rosso, giallo, arancio e ocra sono alcune delle sfumature di colori che possiamo ammirare in questa stagione. Il bosco si infiamma; larici, faggi e aceri cambiano abito, mentre le vette granitiche delle Dolomiti si stagliano imponenti su un cielo terso. Inoltre, il sottobosco pullula di ciclamini; i cervi in amore invadono le radure dei boschi con il loro bramito. Profumi, odori, colori e richiami sono il regalo che il bosco ci fa in autunno prima di spogliarsi e volgersi al sonno. È la stagione perfetta per ritrovare pace e tranquillità: i sentieri sono meno affollati e più intimi. In questo articolo ti porto nella splendida Val di Zoldo attraverso 5 imperdibili camminate dove ammirare il fenomeno del foliage.
DOVE SI TROVA LA VAL DI ZOLDO
La Val di Zoldo si trova in provincia di Belluno ed è una delle valli più autentiche, suggestive e caratterizzata da una natura ancora incontaminata delle Dolomiti Bellunesi, parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 2009. Una valle stretta e lunga incastonata tra due giganti quali il Pelmo e il Civetta che si guardano uno di fronte all’altro. Attraversata dal torrente Maè, è ricca di piccoli borghi ancora intatti che ne colorano i scoscesi pendii. Una valle che ha il suo fascino antico e porta con sé i segni di un passato remoto.
COME RAGGIUNGERE LA VAL DI ZOLDO
- In aereo: gli aeroporti più vicini sono quelli di Treviso e Venezia;
- In treno: la stazione più vicina è quella di Longarone, mentre dalla stazione di Belluno partono autobus per la Val di Zoldo
- In auto: per chi arriva da sud, la Val di Zoldo si raggiunge facilmente utilizzando l’autostrada A27. Dalla fine dell’autostrada a Pian di Vedoia, si procede verso Cortina, svoltando poi a sinistra al paese di Longarone. Si risale quindi tutta la valle lungo la statale 251. Altre strade di accesso sono il Passo Cibiana per chi proviene da Est, dal Cadore o da Cortina e il passo Duran per chi proviene da Ovest, dall’Agordino. Per chi arriva da nord dai paesi di Colle S. Lucia, S. Fosca, Pescul si giunge sempre lungo la statale 251 attraverso Forcella Staulanza 1766 m.
- Inoltre, è presente un servizio taxi e transfer per gli aeroporti e le stazioni ferroviarie.
Ma ora diamo un’occhiata a 5 camminate che ci consentono di ammirare il foliage:
#1 LAGO COLDAI DA PALAFAVERA
Una delle escursioni che non potrai perderti in Val di Zoldo è sicuramente il percorso che da Palafavera porta al lago Coldai. Ci troviamo in un contesto paesaggistico di altissimo valore. Uno specchio verde di origine glaciale, su una terrazza a 2130 metri con panorama su alcune delle più belle cime dolomitiche, sotto una parete mozzafiato del Civetta. Il percorso è ben segnato, la partenza è da Palafavera: inizialmente si percorre una strada forestale che si snoda nel bosco fino a casera Pioda, una vecchia malga usata in antichità per l’alpeggio, seguendo il segnavia Cai 564. Dalla casera, si trova un bivio, seguendo il segnavia cai 556 verso sinistra, da questo punto il sentiero diventa più ripido e tortuoso. Il panorama è meraviglioso: inizia ad aprirsi e si può ammirare lo spettacolo di larici e faggi nelle varie sfumature autunnali che spazia sulla sottostante Val di Zoldo e sul monte Pelmo. Il percorso continua a zig zag tra grandi massi ai piedi della parete del Civetta fino al rifugio Coldai. Successivamente, da qui si continua con un leggero saliscendi seguendo il segnavia Cai 560 fino alla forcella Coldai per poi scendere fino al meraviglioso lago alpino color smeraldo, dove il panorama spazierà fino alla Marmolada, Sassolungo e il Gruppo di Sella. Per il rientro, si percorrerà lo stesso percorso. Il rifugio a fine ottobre e novembre sarà chiuso, quindi si consiglia di portare con sé qualcosa da bere e da mangiare.
Come arrivare: da Pecol si prosegue sempre dritti verso il Passo Staulanza fino ad arrivare al rifugio Palafavera, la strada opposta al campeggio, dove c’è un ampio parcheggio per lasciare la macchina.
Dislivello: 650 metri
Lunghezza: 10 km
Tempo di percorrenza: circa due ore e mezza per la salita e meno di due ore per la discesa
Difficoltà: il dislivello non è eccessivo e non presenta grosse difficoltà per coloro che sono soliti camminare in montagna. Tuttavia, si raccomanda di fare attenzione al tratto roccioso prima del rifugio Coldai
#2 LAGO DEL VACH DA PRALONGO
Con questa camminata ci spostiamo in Val di Barance alla base del gruppo Tàmer – San Sebastiano. In passato, la conca del Vach era una zona di pascolo, mentre oggi possiamo ammirare il piccolo specchio d’acqua ai piedi di una suggestiva cascata, in un contesto naturalistico di notevole pregio. Dal parcheggio di Pralongo si risale la Val di Zoc, lungo la strada che sale alla Casèra del Pian, raggiungibile anche in macchina. Poco prima della casera, sulla sinistra, si trova l’imbocco per il sentiero n. 524; attraverso il bosco, si attraversano splendide faggete nella loro veste autunnale che in 40 minuti porta al minuscolo lago: un luogo davvero pregevole dal punto di vista naturalistico, di un intenso color verde e paragonabile a una gemma incastonata tra i boschi e le cime del San Sebastiano. Dal laghetto Vach, un breve sentiero porta ai piedi della cascata. Per il ritorno si segue il sentiero n. 538 che parte dall’estremità occidentale del laghetto e scende dapprima nel fitto bosco di abeti e larici, poi per aperti pascoli passando poco a monte della casèra di Colcervèr. Con un ultimo suggestivo tratto fiancheggiato da filari di faggi si raggiunge il villaggio. Colcervèr è un borgo con poche case costruite in pietra locale, con bei tabià, fienili in legno abbelliti da finestre intagliate e un’antica chiesetta dei primi del ’700 dedicata ai Santi Ermagora e Fortunato, dal cui ciglio domina un incantevole paesaggio. Da qui, una lunga strada costruita durante la prima guerra mondiale, scende con alcuni tornanti a Pralongo.
Come arrivare: da Forno di Zoldo seguiamo le indicazioni per Pralongo; una volta raggiunta la frazione, dopo la Chiesa di Sant’Andrea, girando verso sinistra, parte la strada sterrata che porta ad un Agriturismo dove si trova un comodo parcheggio.
Dislivello: 400 metri
Lunghezza: 7 km
Tempo di percorrenza: 3 ore
Difficoltà: facile
#3 DA PECOL AL PIAN DEL CREP
Un’altra camminata che permette di ammirare a 360° il panorama stupendo autunnale è il percorso anulare che parte dal vecchio abitato di Pecol passando per le sorgenti del Maè per poi proseguire fino al Pian del Crep. Camminare in autunno può diventare una fantastica esperienza non solo per la vista, ma anche per il proprio spirito. Il sentiero inizia nel vecchio abitato di Pecol, si attraversa uno stretto ponte per imboccare poi una strada rurale in mezzo al bosco. Si segue così il sentiero Cai 587 per le sorgenti del Maè. Al bivio si continua per le sorgenti: il sentiero da questo punto diventa più stretto e ripido fino a raggiungere le fonti d’acqua dove dalle rocce sgorgano le gelide acque del Maè. Si ritorna verso il bivio e si segue il sentiero 587 per Col Grand verso Baita Civetta da dove si può ammirare un bellissimo panorama su una parete del Civetta. Da qui inizia la salita attraverso un’ampia mulattiera con comodi tornanti per il Pian del Crep. Sulla sommità, si ammira uno straordinario scenario sulla Val di Zoldo con protagonisti indiscussi il Pelmo e il Civetta. Dal rifugio Pian del Crep inizia la discesa su quella che d’inverno diventa una pista da sci, seguendo il sentiero Cai 585 prima si raggiunge Baita Cristelin e poi le prime case di Mareson-Pecol. Il rifugio Civetta e il Pian del Crep sono chiusi in questo periodo dell’anno, quindi consiglio di portare con sé acqua e qualcosa da mangiare.
Come arrivare: da Forno di Zoldo continua verso passo Staulanza fino alla località di Pecol. Qui è necessario seguire con attenzione le indicazioni per la Ovovia per arrivare infine in un ampio piazzale da dove partono gli impianti di risalita: c’è un enorme spiazzo dove poter parcheggiare la propria macchina.
Dislivello: 400 metri
Lunghezza: 8 km
Tempo di percorrenza: 3 ore
Difficoltà: facile
#4 MONTE PUNTA
Il Monte Punta costituisce uno dei balconi panoramici più incantevoli del territorio dolomitico, e non solo. La sua posizione isolata e priva di ostacoli che limitino la visuale la rendono un eccellente punto d’osservazione, con vista privilegiata e davvero unica sul versante sud del Pelmo. Il percorso inizia nell’abitato di Costa seguendo le indicazioni “Percorso Postazioni Costa-Monte Punta”. Si inizia a salire per una strada asfaltata chiusa al traffico seguendo il sentiero Cai 497. Poi il terreno diventa ripido e sterrato, si oltrepassano alcuni tornanti fino al Passo Tamài. Da questo punto, il percorso si restringe, seguendo il sentiero 499 fino alla cima del col Nero. Si supera la Forzèla e, dopo alcuni saliscendi, per l’ultima parte del percorso si attraversano le vecchie trincee ancora riconoscibili. Anche questo colle era infatti presidiato dalle truppe italiane durante il primo conflitto mondiale, non solo come semplice osservatorio: una corona di camminamenti cinge l’intero cocuzzolo e una galleria incompleta, appena sotto il Col de Salèra. Passato questo punto, il sentiero diventa più agevole, fuoriesce dagli ultimi arbusti e conclude sullo spiazzo erboso ubicato sulla cima del monte Punta. Si apre ad un incredibile panorama mozzafiato sulle cime dolomitiche quali Pelmo, Civetta, Bosconero, Marmolada e Antelao, per citarne alcune. Per il rientro si prosegue lungo il sentiero 499, che va più in basso allargandosi, fino a rivelare la sua origine militare. Rinforzato sui tornanti, con mura a secco, diventa la classica strada scavata sulla roccia e si prosegue fino al Col de Salera. Da qui si segue il sentiero 492 all’interno del bosco, in mezzo alla vegetazione di abeti e larici che, di tanto in tanto, si dirada in alcune piazzole pianeggianti a lato del sentiero, fino Mas de Sabe e infine a Costa.
Come arrivare: da Forno di Zoldo si raggiunge il bivio di Dónt, proseguendo in direzione Passo Staulanza. Dopo un paio di chilometri, o poco più, sulla destra si trova la deviazione per Brusadàz. Risalendo dentro il bosco la Valle del Ru Torbol e una radura con dei fienili. Passando poi Brusadàz e continuando fino all’abitato di Costa.
Dislivello: 500 metri
Lunghezza: 8 km
Tempo di percorrenza: 3 ore e mezza
Difficoltà: media
#5 MAS DE SABE E GIRO DEI MAS
Concludo questa serie di camminate con un semplice percorso dal punto di vista della lunghezza e della difficoltà, adatto anche a famiglie con bambini e molto interessante dal punto di vista storico e paesaggistico. Si tratta del Mas de Sabe, un luogo talmente importante e ricco di fascino da costituire a tutti gli effetti una meta da non perdere in Val di Zoldo, sia per la pace che offre in un incantevole scenario dolomitico che per la sua importante storia (risale infatti al Cinquecento). È un tabià, antica costruzione rurale zoldana, con un interessante architettura, intatti è stato costruito secondo i modelli più tradizionali: la particolare tecnica “a castello” (blockbau) combinata con la tecnica “a colonne” (standerbau). È situato in un contesto ambientale idilliaco, circondato da pascoli e boschi, in vista della possente cima del Monte Pelmo, del gruppo Civetta-Moiazza e, più lontani, del Tamer-San Sebastiano, degli Spiz di Mezzodì e del Bosconero-Sfornioi. Negli anni Trenta del secolo scorso, costituiva anche un luogo d’incontro tra i giovani di tutta la valle per le popolari feste da ballo. Inoltre fa parte di un circuito più lungo, ma altrettanto facile, denominato “Giro dei Mas”. Se decidi di raggiungere solo il Mas de Sabe, la partenza è dal borgo di Costa dove si parcheggia l’auto e, con una passeggiata di 15 minuti, si raggiunge lo splendido punto panoramico. Un luogo ideale dove rigenerare corpo e mente.
GIRO DEI MAS
Se invece vuoi fare un pò più di fatica, puoi optare per il percorso completo che include anche il Mas de Sabe nel giro dei Mas. L’itinerario offre un bellissimo panorama sulla valle, ma anche scene di vita agreste. Questa zona si caratterizza per la presenza di numerosi mas, si intende una località abitata da un massimo di due famiglie, i quali possedevano una casa, la stalla con il bestiame ed il terreno. La partenza è il borgo di Rutorbol, il percorso inizia con una stretta strada comunale che porta fino al borgo di Brusadaz, attraverso prati e pascoli e con lo sfondo la possente mole del monte Pelmo e dalle fantastiche pareti del monte Civetta dalla parte opposta della valle. Dal centro del paese, si prende la strada che sale verso l’abitato di Costa e i suoi splendidi tabià egregiamente ristrutturati ubicati in una posizione soleggiata. Attraversate le ultime case, si apre un vasto prato con una splendida vista sulla tutta la Val di Zoldo e sul Civetta in particolare. Si continua attraverso il bosco fino a raggiungere il Mas de Sabe descritto precedentemente. Da qui inizia la discesa tramite una mulattiera verso Iral per poi continuare tramite una strada comunale verso Rutorbol.
Come arrivare: per visitare il Mas de Sabe, si parte dalla località Costa, mentre per fare il percorso completo del giro dei Mas, si inizia nell’abitato di Rotorbol.
Dislivello: 300 metri
Lunghezza: 5 km
Tempo di percorrenza: 2 ore
Difficoltà: Facile
DOVE MANGIARE
Anche l’autunno è un’ottima stagione per concedersi qualche buon piatto, preparato con le tante materie prime fornite dal territorio circostante per affrontare il cambio di stagione nel migliore dei modi. Si tratta di una cucina che è in grado di valorizzare al meglio gli ingredienti e i sapori, il tutto preparato con cura e dedizione da mani esperte. Anche i palati più raffinati saranno deliziati.
- Ristorante al Lumin: è un grazioso locale ubicato nell’abitato di Pecol. Maurizio e Patrizia sono una coppia dall’esperienza internazionale. Infatti, dopo aver lavorato molti anni a Dubai, hanno deciso di rientrare in Veneto e prendere in mano le redini del Lumin. L’interno dispone di due salette arredate con cura e in una di queste è presente anche il caminetto. Il menù offre una scelta non esagerata: i piatti si rifanno alla tradizione locale con tocchi di originalità, infatti è possibile trovare anche il salmone affumicato che, preparato da loro, è una vera delizia. Molto curata è anche la presentazione e buona è la scelta dei vini.
- Tana de l’Ors: si trova in centro al paese di Forno di Zoldo e dispone di graziosi tavolini esterni, mentre gli interni sono raffinati e accoglienti, caratterizzati da un bar con fogher e la sala del ristorante. La locanda prende il nome dall’omonimo percorso di caccia (viaz) sulla montagna, il Mezzodì. Infatti per i valligiani si riferisce ad un antro naturale roccioso che si incontra percorrendo una delle cenge. I piatti proposti sono presentati con originalità e buon gusto, sono stati una piacevole e gustosissima sorpresa, legati alla tradizione, ma rivisitati in chiave gourmet.
- Enoteca Coldai: il nome può trarre in inganno perché non è solo un’enoteca, ma è anche un ottimo ristorante situato a Pecol. Il locale è piccolino, ma l’interno è arredato con cura e l’atmosfera è rilassante. I piatti sono deliziosi, ben cucinati e ben presentati. Sono basati sulla cucina tipica locale, tuttavia includono tocchi di originalità. La carta dei vini offre etichette straordinarie, da quelle più conosciute a quelle che rappresentano realtà più piccole, ma sempre di alta qualità.



DOVE PERNOTTARE
Di seguito, sono elencate alcune strutture aperte anche nel periodo autunnale, qualora decidessi di trascorrere uno o più giorni in Val di Zoldo:
- Hotel Brustolon, Via Andrea Brustolon 57, 32012 Forno di Zoldo
- Villa Chele, Via della Fusinella 2, 32012 Val di Zoldo
- Hotel Zoldana, Piazza 4 Novembre 1918, 32012 Forno di Zoldo
CONSIGLI
Alcuni consigli utili per affrontare le camminate descritte:
- Abbigliamento comodo tecnico e traspirante, senza dimenticare una giacca antipioggia, berretto e guanti, in quanto il meteo in alta montagna cambia molto rapidamente;
- Scarpe da trekking che offriranno maggior aderenza al terreno
- Le giornate sono più corte, si consiglia di portare con sé anche la lampada frontale o torcia (just in case);
- Non dimenticare acqua e cibo, in questo periodo dell’anno i ristori, i rifugi e gli impianti di risalita sono chiusi.
Sul sito del Consorzio Turistico della Val di Zoldo puoi trovare tutte le informazioni necessarie per organizzare al meglio la tua vacanza.