
Sono sempre stata attirata dai villaggi galleggianti, sarà perché mi ricordano Venezia, città dove ho vissuto per un periodo e che mi ha lasciato tanto.
Nel Sud Est Asiatico questi villaggi sono una cosa molto comune, molti dei quali, sono però turistici. Nel mio caso, da viaggiatrice in solitaria alla continua ricerca di autenticità, posso dire di aver trovato quello che stavo cercando in Cambogia, in particolar modo, nella mia escursione sul lago Tonle Sap, più precisamente nel villaggio galleggiante di Kampong Luong.
IL LAGO TONLE SAP
Tonle Sap, che nella lingua locale significa ‘grande lago’ è il più grande lago di acqua dolce del sud est asiatico. E’ un sistema combinato di lago-fiume ed è alimentato da numerosi immissari, tributa nel Mekong tramite un fiume chiamato a sua volta Tonlé Sap. Durante la stagione delle piogge monsoniche, che si protrae da giugno ad ottobre, le acque del fiume scorrono in senso opposto, quadruplicandone il volume e la sua profondità (talvolta può passare da 2 m a 14 m), diventando così il luogo perfetto per la riproduzione di ogni tipo di pesce. Pensate che il lago è stato dichiarato dall’UNESCO ‘Riserva della Biosfera’ nel 1997 e che il ciclo delle acque determina la vita di circa 150 villaggi fluttuanti.
Le case di questi villaggi sono galleggianti, in quanto costruite su palafitte che, durante la stagione delle piene, sembrano appunto galleggiare sul lago. Come potrete immaginare, in questi luoghi la vita si svolge interamente sull’acqua: scuole, negozi, officine, bar, benzinai, luoghi di culto, ecc. Ma la cosa che più colpisce dei villaggi è l’armonia pura che trasmettono: tutti vivono in perfetta simbiosi con l’ambiente, rispettandone i tempi.


Ragione che, dopo svariate ed attente ricerche, mi ha spinto a voler visitare da vicino il villaggio di Kampong Luong, composto da una comunità di 1200 famiglie con una popolazione di circa 7000 abitanti di origine khmer e vietnamita. Si trova a metà strada tra Battanbang e Phonm Penh, totalmente fuori dalle classiche mete turistiche che ti vengono proposte a Siam Reap.
COME CI SONO ARRIVATA?
Da Battanbang ho preso un bus con direzione Phom Penh ed ho esclusivamente chiesto all’autista di sostare al paese di Krakor. Se seguirete i miei consigli, una volta arrivati a destinazione, per raggiungere il villaggio ci saranno ancora 5 km di strada sterrata, ma a questa fermata potrete trovare vari tuk tuk che vi porteranno ai margini del lago. Lungo questi cinque km si iniziano a vedere case su palafitte, un po’ di immondizia e tanti sorrisi che rimarranno indelebili nella vostra mente. All’ingresso, pagando 13$ si può effettuare un giro in barca lungo il lago (ve lo consiglio per ammirarne la pace e l’incredibile bellezza di questi posti straordinari). Durante la mia avventura, ho chiesto di poter alloggiare una notte in una delle homestay (tenete presente che nessuna delle persone che ho incontrato parlava bene inglese; dunque, armatevi di pazienza nel cercare di farvi capire!).
IL GIRO SUL LAGO IN BARCA
Era luglio, nel periodo delle piogge, ed io quel giorno ero l’unica turista a Kampong Luong. Il giro in barca è come una finestra aperta sulla vita quotidiana delle persone che fanno le loro faccende quotidiane, sulle loro case galleggianti. Cercavo di catturare con gli occhi ogni minimo dettaglio possibile che mi si presentava davanti, perdendomi fra i particolari delle case di legno dipinte di blu, con le immancabili amache all’esterno, poi il benzinaio galleggiante, il macellaio, la scuola, il negozio…nel frattempo, ero circondata da piccole barche a remi o a motore che fungevano da negozi, bar, ristoranti, dove la popolazione locale vendeva vari prodotti tipici (da chi cucinava noodles a chi vendeva pesce o a chi vestiti). Il traffico era pazzesco, insieme alla gioia incontenibile dei bambini che, nel mentre, si divertivano a salutarmi con un ‘Hello!’ al mio passaggio, altri che si lavano frettolosamente nel lago, fra pentole e mestoli di chi, allo stesso tempo, era impegnato in cucina. L‘attività principale rimane, ovviamente, la pesca. Il lago è alimentato dal fiume Mekong e l’intera area rimane uno degli ecosistemi più fertili della zona, con il fiume che ospita 150 diverse specie di pesci. Dietro i sorrisi dei bambini e le facciate pittoresche, la vita è una lotta quotidiana nei villaggi galleggianti. Uno dei principali problemi riguarda il calo della popolazione ittica, causato da problemi ambientali, la costruzione di dighe, il cambiamento climatico ma anche la pesca eccessiva.


LA CASA GALLEGIANTE
Dopo poco più di un’ora sono stata accompagnata alla mia guest house, colgo l’occasione per tornare a precisare l’importanza di avere una buona capacità di adattamento! Come ho menzionato prima, la gente del luogo non parla inglese, quindi il vostro modo di comunicare può variare da parlato a mimico, inoltre gli alloggi sono molto spartani, i bagni non dispongono di docce (solo una cisterna per buttarvi delle secchiate d’acqua) e le camere da letto non sono altro che delle tavole con un materasso sottile, con qualche simpatico insetto a tenervi compagnia.
Ma il bello di viaggiare è anche questo, giusto? Non tutti nel mondo hanno i nostri stessi standart di igiene, dunque, non bisogna fare altro che adattarsi al cambiamento – io in questo non ho mai avuto problemi. Inoltre, ritengo che alloggiare in posti così autentici sia un’ottima occasione per entrare a stretto contatto con la popolazione locale, estrapolandone origini e cultura.


Tornando al mio racconto, nella casa galleggiante non c’era molto da fare, così ne ho approfittato per mettermi ad osservare la gente e le loro abitudini, rimanendo particolarmente colpita da una signora che aveva con sé in barca una montagna di vestiti: quello era il suo negozio! L’ho trovato molto interessante, così ne ho approfittato per scattare qualche foto. Nel mentre, la mia attenzione era stata catturata dallo spostamento di una delle case galleggianti, la quale veniva trainata da altre barche.
Devo dire che gli abitanti del villaggio erano molto rilassati – la cosa che più mi ha colpito è stata vedere i bambini giocare e lavarsi nel lago con una semplicità disarmante; ho visto tanta gioia nei loro occhi. Arrivata l’ora di cena, fra un gesto è l’altro, mi è stato offerto del riso con del pesce cotto (che devo ammettere fosse anche buono). Dopodiché ho trascorso il resto della serata a vedere un po’ di TV cambogiana con l’intera famiglia, rigorosamente seduti per terra, un bel momento di condivisione che, senza dubbio, mi è rimasto impresso fra gli innumerevoli ricordi di quell’avventura. Nel momento che hanno spento il generatore la mia notte è trascorsa piacevolmente, accompagnata dal rumore di qualche trave che cigolava e da qualche immancabile insetto.
Al mattino sono stata svegliata presto dal motore delle barche, già attive alle prime luci dell’alba, e dunque ne ho approfittato per fare degli ultimi scatti prima di farmi riaccompagnare all’ingresso del villaggio. Ho preso il mio tuk tuk di ritorno per Krakor e da lì ho chiesto informazioni per il bus in direzione verso la capitale.
L’attesa è stata abbastanza breve, e poco dopo ho potuto procedere la mia avventura verso Phonm Penh.
CONSIGLI:
Un buon modo sostenere la popolazione locale, infatti gli abitanti si sono resi conto che il turismo può essere anche una fonte di reddito. In primo luogo, hanno iniziato offrendo tour in barca per mostrare la vita del villaggio, ma ora i loro servizi ampliato e stanno anche offrendo ai visitatori la possibilità di mangiare in uno dei ristoranti a conduzione familiare o dormire la notte in una famiglia. Questi servizi vanno a beneficio di più famiglie del villaggio che, in questo modo, vedono aumentare i loro magri guadagni durante la stagione turistica.
Come arrivare:
- per essere più autonomi prendete un bus da Battambang con direzione Phonm Penh e chiedete all’autista di sostare a Krakor; troverete varie compagnie che effettuano questo tragitto; la durata è di circa 5/6 ore al costo di 7$.
- a Krakor ci sono una miriade di tuk tuk che vi condurranno all’entrata del lago; i costi variano da 2000 riel a 5000 riel.
- all’ingresso del lago, il giro in barca vi costerà 13$, in aggiunta di 6$ per il soggiorno nell’homestay e di una buona cena al prezzo di 2$.
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Alessandra
Ciao! Ma per pernottare nel villaggio hai dei recapiti o dei riferimenti o bisogna accordarsi direttamente sul posto?
Miriam Ferrarin
Io mi sono accordata direttamente sul posto. Una bellissima esperienza ma devi avere una buona capacità di adattamento.