
“UN PICCOLO GRANDE GESTO DURANTE UN VIAGGIO PUO’ SALVARE UNA VITA”
Durante la mia permanenza in Cambogia, c’è stato un momento in particolare in cui mi sono sentita completamente disconnessa dalla realtà materiale. È bastato un semplice attimo, guardando negli occhi un bambino per strada, per rendermi conto di aver trascorso inutilmente tutto il mio tempo negli anni passati, soffocata dalle futilità e dalle superficialità che il sistema ci propone. È stato così che ho deciso di voler fare qualcosa per aiutare dei bambini meno fortunati di quanto lo sia stata io e di tanti altri loro coetanei in occidente. Viaggiando con un basso budget non potevo permettermi di fare donazioni di denaro, anche perchè sono un pò dubbiosa sull’utilizzo che ne verrà fatto. Dopo varie ricerche su internet ho trovato proprio quel che cercavo. Sono andata all’ ANGKOR HOSPITAL FOR CHILDREN di Siem Reap, struttura che ho scelto volutamente di visitare per dare il mio contributo per una buona causa: la donazione di sangue. Un gesto che non costa nulla e non richiede nessuno sforzo ma che regala una fantastica sensazione alla fine.
LA STORIA DELL’OSPEDALE
KMER ROSSI
Sotto il potere dei Khmer rossi in Cambogia, le strutture sanitarie sono state distrutte e molti dei medici professionisti della Cambogia sono stati uccisi tra i due milioni di morti, altri sono fuggiti in Occidente. Oggi, dopo decenni di conflitto, la Cambogia sta lottando per ricostruire le infrastrutture del sistema sanitario con la loro forza lavoro.
IL FOTOGRAFO KENRO IZU
Questo ospedale ha una storia particolare: più di 20 anni fa, l’acclamato fotografo giapponese Kenro Izu ha visitato Siem Reap e i templi di Angkor. Il tasso di mortalità infantile per malnutrizione era al 50%. Izu è stato profondamente commosso dai bambini malati che ha incontrato durante i suoi viaggi fotografici e dalla limitata assistenza sanitaria. Si è impegnato a costruire un ospedale pediatrico a Siem Reap al fine di fornire una migliore assistenza sanitaria di qualità. Quando le porte di AHC sono state ufficialmente aperte nel 1999, il nosocomio era composto da soli tre medici cambogiani e dieci infermiere, numerosi volontari medici da tutto il mondo e, un letto d’ospedale. Fin dall’inizio, AHC ha funzionato come un ospedale di insegnamento, la formazione del personale medico con l’accento sulla responsabilizzazione e l’autosufficienza. Mentre la clinica ha iniziato con un solo reparto ambulatoriale, ha rapidamente ampliato la sua capacità e gamma di servizi per soddisfare le esigenze delle centinaia di bambini che sarebbero arrivati ogni giorno. Dal 2000 al 2005, AHC ha aggiunto un pronto soccorso, un’unità chirurgica, una clinica dentistica, una clinica oculistica e altre unità, diventando uno dei pochi ospedali pediatrici del paese che offre tali servizi speciali. Nel 2007 aveva istruito quasi 1.500 medici cambogiani, infermieri e operatori sanitari in pediatria, e curato quasi mezzo milione di bambini.
L’OSPEDALE DIVENTA UN’ORGANIZZAZIONE INDIPENDENTE
La visione di Kenro Izu è stata realizzata nel 2013, quando AHC è diventata ufficialmente un’organizzazione indipendente a conduzione locale, saldamente radicata a Siem Reap e guidata da un team cambogiano esperto. Dopo la transizione, l’ospedale si è ulteriormente ampliato, posizionandosi all’avanguardia dell’assistenza sanitaria pediatrica in Cambogia aprendo la prima unità di terapia intensiva neonatale del paese, curando i suoi primi pazienti ammalati di cancro. Io che sono un’appassionata di fotografia non potevo che rimanere colpita da questa storia.

la reception dell’ospedale

il kit che mi hanno dato dopo la donazione
LA MIA ESPERIENZA
L’ospedale cura gratuitamente i bambini cambogiani, facendosi carico anche delle spese di viaggio delle famiglie che non hanno grosse disponibilità economiche. Infatti, lo scopo è che tutti i bambini cambogiani abbiano accesso alle cure. La struttura è davvero all’avanguardia, con il suo materiale esclusivamente nuovo e sterilizzato, ed oltre ad essere rigorosamente pulita, è anche moderna. La Cambogia è uno dei paesi con il maggior tasso di mortalità infantile nel sud est asiatico (si calcola che 1 bambino su 29 muoia prima dei 5 anni), dunque la presenza di una clinica come AHC è a dir poco indispensabile. Donare il sangue è un gesto che non costa nulla, se non un’ora del proprio tempo, ma può salvare giovani vite. L’orario per le donazioni è dalle 8:00 alle 16:00. Nel mio caso, ho preferito andarci di pomeriggio.
LA DONAZIONE DI SANGUE
Per me è stata la prima donazione, la struttura si trova a pochi passi da Pub Street cuore pulsante di Siem Reap. Al mio arrivo, mi è stato fatto compilare un modulo inerente il mio stato di salute, dopodiché un prelievo per accertarsi che i livelli fossero stabili, e per finire, il controllo della pressione. Dopo aver verificato che fosse tutto a norma, ho potuto procedere con la donazione, e come potrete immaginare, mi hanno fatto distendere su un lettino; ci tengo a precisare, ancora una volta, che il materiale utilizzato è del tutto nuovo e sterilizzato (pensate che hanno aperto il kit davanti ai miei occhi). Ricordo ancora quel momento in cui, immobile e con l’ago infilato nel braccio, ho passato il tempo a guardare la televisione con un filmato che raccontava la storia dell’ospedale. Nel giro di qualche minuto la donazione era già terminata, con la consegna di una Coca Cola, biscotti a volontà e una maglietta.
Se hai intenzione di fare un viaggio in Cambogia, dopo aver visto i splendidi templi di Angkor Wat dona il tuo sangue in questo ospedale! Un piccolo gesto che vale molto per un paese come la Cambogia.
LOGISTICA
INDIRIZZO: Tep Vong (Achamean) Road & Oum Chhay Street, Svay Dangkum, Siem Reap, Cambodia
EMAIL: ahc@angkorhospital.org
ORARIO DI APERTURA: Dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 16.00
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Arianna
Posso immaginare l’esperienza, sono stata in Cambogia e ho visto con i miei occhi i bambini e una popolazione che ha sofferto così tanto e di cui non si parla mai, sicuramente sarà stato un grande arricchimento.
Sara
Complimenti, hai fatto un gesto bellissimo… Anche noi siamo stati in Cambogia e siamo stati colpiti dalla sofferenza di tante persone dovuta ad una storia recente dolorosissima che ha conseguenze tuttora e di cui nessuno parla.
Anche la storia dell’ospedale e il suo obiettivo è spettacolare. Il popolo cambogiano e i suoi bambini meritano tutto questo…
ANTONELLA MAIOCCHI
Hai fatto un gesto bellissimo e molto simbolico, il sangue rappresenta la vita stesa. E’ vero che la donazione non comporta sofferenza per il donatore ma spesso non ci si pensa o si ha paura che il prelievo sia rischioso. In quell’ospedale in una situazione sanitaria quasi al limite, hai avuto coraggio e pensare che hai contribuito a fare stare meglio qualcuno credo sia stata la più bella gratificazione.