
La voce delle donne: 5 viaggiatrici solitarie si raccontano
Le donne che viaggiano da sole, in Italia, sono ancora viste con un po’ di stupore, a differenza di altri paesi esteri dove il viaggio in solitaria avviene con molta più frequenza. Sebbene per molti non sia una cosa facile da comprendere, viaggiare da sole può essere non solo una necessità, ma anche una semplice scelta, infatti viaggiare è un modo di comportarsi, un atteggiamento ma anche uno stile di vita. Ho chiesto a 5 viaggiatrici solitarie, con alcune di loro ho percorso una piccola parte del mio viaggio in Asia, di raccontare la loro esperienza.
#1 IN MYANMAR DURANTE LA PANDEMIA E IL COLPO DI STATO: NOEMI SI RACCONTA
È passato quasi un anno dalla decisione più azzeccata della mia vita: lasciare l’Italia e partire con un biglietto di sola andata, senza programmare niente se non la prima notte a Yangon, Myanmar. Prima del “grande salto” ci sono voluti anni: l’idea di partire c’è sempre stata, ma non mi sentivo mai pronta, mancava qualcosa, anche se la mia vita non mi entusiasmava più. L’anno scorso qualcosa è cambiato, ho sentito che era finalmente arrivato il momento per me di mollare tutto e partire. Dopo solo un mese di viaggio ho dovuto scegliere se tornare a casa o restare, per via del lock down che stava per arrivare. Ho scelto di seguire il mio cuore e le mie sensazioni, restando nel Paese che mi aveva fatto sentire a casa dal primo giorno. E sono ancora qua, grata di aver avuto questa possibilità. Questo lungo viaggio mi ha fatta crescere e mi insegna qualcosa di nuovo ogni giorno. Ho scoperto di avere così tante passioni che a volte il tempo non mi basta, ho capito quanti pochi oggetti materiali mi servono per vivere, ho imparato molte parole in birmano per poter avere anche solo una breve conversazione con i locali, ma soprattutto ho realizzato che se veramente voglio fare una cosa, la posso fare.
Il viaggio rafforza anima e corpo, spero di poter continuare a lungo su questa strada, percorrendo più strade possibili.
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#2 HA VISSUTO CON I MONACI BUDDISTI IN CINA: CHIARA SI RACCONTA
Non chiedetevi perché io ho deciso di viaggiare, ma piuttosto chiedetevi perché voi non l’avete ancora fatto. Non importa quale sia la motivazione che vi spinge a farlo, che sia il voler scappare da una situazione scomoda, da un lavoro che non vi fa felici, oppure se siete semplicemente curiosi di vedere cosa c’è oltre la vostra comfort zone. Partire per un paio di settimane, qualche mese o per tutta una vita è un’esperienza che tutti dovrebbero fare. Non ricordo bene quale è stata la motivazione principale che mi ha fatto intraprendere il mio viaggio in Asia tre anni fa, sicuramente una forte dose di curiosità mista a pazzia e il voler dimostrare a me stessa che potevo farcela. Ricordo bene le emozioni provate quando sono salita su quell’aereo che mi avrebbe portato in Cina, un mix tra paura ed eccitazione, mentre continuavo a ripetere a me stessa “Ma cosa stai facendo?!!”. Così mi sono ritrovata a viaggiare per un anno in solitaria lungo i Paesi del sud Est Asiatico, un viaggio lento alla scoperta di nuove culture e persone che mi hanno aperto la mente ed aiutato a vedere le cose da una prospettiva differente. In questo viaggio ho fatto esperienze che fino a prima solamente sognavo attraverso i libri.
Mai mi sarei immaginata che avrei avuto l’opportunità di vivere assieme a dei monaci buddisti in Cina per un mese! Ricordo le rigide regole e la fatica ad alzarmi alle quattro del mattino, quando assieme alla mia compagna di stanza dovevamo indossare la tunica per andare a vedere i Canti. Le ore di meditazione, mangiare in silenzio rivolti verso un muro, i monaci che si allenavano al mattino, un infinito viale pieno di foglie che dovevo spazzare ogni mattina. È stata un esperienza che ha dell’incredibile e che sicuramente rifarei.
Sono anche riuscita a cadere in una risaia a Bali, a perdere la carta di credito in Vietnam, a trovarmi per un giorno completamente senza denaro (dove nessuno capiva la mia lingua) e a perdermi innumerevoli volte tra villaggi sconosciuti senza avere un telefono su cui fare affidamento.
Quando pensiamo ad un viaggiatore, l’idea comune è di una persona estroversa, coraggiosa, atletica che saprebbe affrontare qualsiasi avversità… una mezza via tra Lara Croft e Indiana Jones! Bene, questa di certo non sono io! E non lo sono di certo tutte le persone che ho incontrato nel mio cammino. La verità è che se siete persone curiose come me, allora siete anche voi dei viaggiatori! Viaggiare mi ha aiutato a scoprire il mondo ma soprattutto mi ha aiutato a scoprire di più me stessa, mi ha aiutato ad aprire gli occhi e a vedere la realtà sotto punti di vista differenti.
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#3 LA PRIMA IMPORTANTE ESPERIENZA IN AUSTRALIA: DENISE SI RACCONTA
Ciao! Sono Denise, classe ‘90, di Vicenza.
La mia esperienza come viaggiatrice solitaria nasce tanti anni fa, in un umido malinconico giorno di fine estate. Avevo 19 anni, ero una brillante studentessa di Giurisprudenza, con tanti amici, un ragazzo e mille interessi.
Sembrava tutto perfetto. O quasi.
Dentro di me c’era una forte irrequietezza dovuta alla monotona quotidianità che stavo vivendo e non capivo come i miei coetanei fossero così felici in quella routine che a me annoiava. Quel giorno di fine estate presi così una decisione che al tempo non era affatto comune. Decisi di mollare tutto e partire sola per l’Australia. Scelsi l’Australia perché sapevo che avrei potuto ottenere un Working Holiday Visa per lavorare, studiare e viaggiare. Tutti poi ne parlavano bene. La definivano la terra delle opportunità. Per non spaventare troppo i miei genitori, che erano contrari alla sospensione degli studi, acconsentii a fissare il rientro del volo dopo appena 2 mesi dalla partenza, fingendo che avrei solo voluto migliorare il mio inglese facendo un bel viaggio.
Grande bugia! Rimasi 1 anno e non fu un semplice viaggio, ma una vera esperienza di crescita personale. 1 anno nel quale ho attraversato tutto il territorio australiano facendo lavori che mai avrei immaginato di fare. 1 anno nel quale ho imparato a conoscere le mie forze e le mie fragilità. 1 anno in cui ho riso tanto, ma ho anche pianto. Per lo più lacrime di gioie. Quella gioia che si prova nel momento in cui ci si rende conto di essere LIBERI. Ed è forse la libertà la cosa che più ho imparato a conoscere e che, ancora oggi, non posso più evitare di inseguire. Una volta rientrata in Italia, ho trovato un lavoro fisso (che definisco comunque temporaneo), ho ripreso gli studi e ho fatto un Erasmus di un altro anno in Spagna. Tutto ciò non mi ha però fermata dal continuare a coltivare la mia sete di scoperta, tanto che viaggio sola ogni volta che posso. Questo mi permette di entrare in sintonia con il mio vero essere e mi ricorda quella famosa sensazione di leggerezza d’animo conosciuta in Australia.
Oggi, a distanza di 10 anni da quella scelta, ho la consapevolezza sufficiente per dire che finalmente è il momento di fare del viaggio il mio lavoro e di vivere quella libertà non convenzionale che ho imparato ad amare e che tanto mi appartiene. Quello che mi sento di dire a tutti coloro che sognano di partire in solitaria è solo che l’unico limite è quello che ci auto imponiamo. Lo step più difficile è sempre e solo la partenza. Da lì inizia la vera discesa.
Non abbiate la paura di prendere e andare. Non sarete mai soli nel vostro viaggio poiché tutte le animi simili sono sempre destinate ad incontrarsi. E sono proprio gli incontri con queste anime sparse nel mondo, quelli che ci arricchiscono e ci indicano la giusta via per la nostra ricerca della felicità.
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#4 DA 9 ANNI E’ UNA VIAGGIATRICE A TEMPO PIENO: ALESSANDRA SI RACCONTA
Mi chiamo Alessandra e sono una viaggiatrice a tempo pieno da quasi 9 anni e credo che il mio animo nomade sia sempre stato insito in me, ma non ne sono stata consapevole fin quando ho poi fatto il grande salto nel vuoto. Non vengo da una famiglia di viaggiatori, anzi direi proprio il contrario, e in Italia fino a 10anni fa l’idea del viaggio a lungo termine non era neanche contemplata. Questa nuova visione si sta facendo strada nel nostro Paese sono negli ultimi anni. Io sapevo solo di non essere soddisfatta della mia vita, che la strada che sembrava già segnata per me non era minimamente vicina a quello che il mio cuore e la mia anima mi stavano disperatamente chiedendo. Ero caduta in una depressione lenta ed inesorabile che mi stava spegnendo e chi mi stava intorno se ne stava accorgendo. Il momento in cui ho deciso di dare una svolta alla mia vita è stato quando mi sono detta “Se questa è la vita che mi aspetta, non la voglio!” e l’unica opzione per me era partire e lasciare tutto quello che NON mi rendeva felice. Prima di partire ero una ragazza insicura e senza autostima, pensavo non ci fosse più di un lavoro d’ufficio e un destino ormai segnato come tutti. Se mi guardo indietro, quella ragazza mi fa tenerezza perché so che cosa l’aspetta e che la felicità è alle porte.
Oggi mi ritengo una donna felice e soddisfatta e la cosa che più mi emoziona è la sicurezza dell’incertezza. Lo so è un ossimoro, ma è la verità, almeno per me. In questi 9 anni ho imparato che la vita mi sorprende sempre, mi dona quello di cui ho bisogno e non quello che penso di volere. Ed ovviamente ha sempre ragione lei! Quando si pensa a viaggi di questo tipo bisogna mettere in conto che ci sono sempre imprevisti e mai, e dico MAI, le cose vanno come le si è programmate, almeno per i viaggi a lungo termine. Ma questo aspetto del viaggio bisogna prenderlo come uno stimolo. Io ormai nei miei viaggi programmo solo il volo e i primi 2 giorni, il resto lo decido quando sono sul posto. A tutt’oggi dopo quasi 9 anni, ci sono ancora persone che mi chiedono quando tornerò “alla vita reale”, perché secondo loro la mia vita è solo un sogno che prima o poi finirà, e questa cosa mi fa comparire sempre un sorriso sul mio viso. Questo capita perché attraverso la mia nuova vita e attraverso le esperienze di vita che ho avuto durante i miei viaggi ho acquisito una maggiore coscienza di me, un’apertura mentale che mai avrei pensato di ottenere. Con questo stile di vita si impara ad adattarsi, a far fronte alle difficoltà con più tranquillità ad accettare quello che è diverso da noi e dal nostro pensiero. Consiglierei a tutti di provare almeno per una volta a fare questo tipo di viaggi, l’esperienza di vita che si acquisisce è una ricchezza inimmaginabile, vivere a contatto con le realtà del posto, mettersi alla prova e rendersi conto di farcela è una cosa che lascia un segno e che fa crescere.
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#5 UNA VEGANA IN VIAGGIO: ALESSIA SI RACCONTA
Era il 5 luglio 2018 quando mi trovavo all’aeroporto di Venezia con in mano un biglietto di sola andata per il Messico. Sono partita da sola alla scoperta del mondo dopo essermi laureata in ingegneria ed essermi resa conto che fare l’ingegnere non era affatto il mio sogno. E allora speravo che da qualche altra parte del pianeta avrei potuto trovare le risposte che cercavo, qualche indizio che mi avrebbe portato più vicino al mio ikigai. (Per chi non lo conoscesse, ikigai è un termine giapponese che tradotto in italiano significa “ragione per esistere”. L’ikigai di ognuno di noi si trova dall’intersezione di 4 sfere della nostra vita: passione, missione, vocazione e professione).Ora è passato un po’ di tempo dal mio rientro, e nonostante io non abbia trovato tutte le risposte che cercavo (forse sono tornata con ancora più domande), conservo il ricordo del mio viaggio come uno degli anni più belli della mia vita e in cui umanamente sono cresciuta di più. In un anno ho visitato 10 paesi in 3 continenti diversi, in ordine cronologico: Messico, Guatemala, Costa Rica, Stati Uniti, Thailandia, Myanmar, Vietnam, Cambogia, Indonesia e Malesia. Non avevo piani, prima della mia partenza avevo solo una vaga idea dei luoghi in cui sarei voluta andare, ma la preziosa flessibilità che si ha viaggiando in solitaria, mi ha permesso di seguire liberamente i consigli di viaggio delle persone che incontravo e dire di sì ad avventure spontanee ed improvvisate.
Forse questo è l’aspetto che più mi piace dei viaggi in solitaria: la libertà più totale. Libertà di scegliere dove andare, cosa fare, quando farlo e come farlo. Libertà di cambiare i miei piani in seguito ad incontri inaspettati o semplicemente perchè un luogo mi piace tanto e allora ci voglio restare per altre due settimane. Inoltre, penso che viaggiare da soli, ci dia quella spinta in più e quella voglia di conoscere nuove persone che altrimenti, nel comfort di avere già qualcuno accanto che viaggia con noi, forse non avremmo.
I lati negativi? Essere soli. Da una parte c’è la libertà, dall’altra c’è il doversi arrangiare da soli. Ciò significa che non c’è nessuno a guardarti le valigie mentre vai in bagno all’aereoporto ma anche essere soli in caso di incidenti di viaggio (non entrerò nei dettagli di quella volta in cui mi hanno rubato tutti i soldi dalla carta e sono rimasta a tasche vuote in Messico, o di quando in Guatemala sono stata male per giorni o ancora di quando ho perso l’aereo a Bali…). A mio parere comunque, questi non sono lati negativi, ma prove che una volta affrontate mi hanno resa consapevole della mia forza per avercela fatta a superare quelle situazioni da sola. Viaggiare da soli non è sempre rose e fiori, ma sicuramente è un’esperienza che può cambiare la vita e farci crescere come nient’altro è in grado di fare.
E se qualcuno può pensare che la solitudine sia un problema, voglio concludere dicendo che la cosa che più mi resterà nel cuore sono le persone che ho incontrato lungo il viaggio.
Perchè in ogni paese, l’universo mi ha donato esattamente ciò di cui avevo bisogno. I luoghi, le difficoltà, le lezioni, le avventure… ma soprattutto le persone. Ogni persona che ho incontrato aveva un ruolo preciso. Qualcosa da insegnarmi, qualcosa da donarmi, qualcosa da farmi scoprire. Ogni legame mi ha offerto una lente diversa attraverso cui guardare il mondo.
E per questo sono infinitamente grata.
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paola
Meravigliose storie di coraggio e intraprendenza. I viaggi in solitaria sono una grande opportunità per una crescita personale e tutte le donne dovrebbero provare a farne uno. Ho viaggiato per lavoro da sola per 15 anni (so che non è la stessa cosa…), iniziando timidamente a cenare da sola nei ristoranti degli hotel per finire a godermi le serate in giro per la città. Torni da ogni viaggio con chili di autostima e sicurezza.
valeria polverino
Che esperienze di vita interessanti! A parte viaggi di lavoro non ho mai sperimentato il viaggio in solitaria. Tanta stima nei confronti di queste magnifiche donne!
Claudi
Belle storie di ragazze belle in gamba! Il mondo è a nostra portata e fa bene al cuore vedere quante donne hanno la forza e la fiducia di fare armi e bagagli e andarlo a scoprire!
ANTONELLA MAIOCCHI
Che storie meravigliose piene di coraggio e di voglia di vivere. La cosa che più mi ha colpito in questi racconti tutti bellissimi e degni di un romanzo, è la semplicità e la sincerità nell’ammettere le proprie debolezze e nel riconoscere le proprie paure. E’ vero come dice Chiara che un viaggiatore non deve necessariamente essere un super eroe dell’avventura ma deve avere un animo aperto e predisposto al contatto. Complimenti alle donne coraggiose di queste storie e complimenti a te che le hai raccolte e ce le hai fatte conoscere.
Arianna
Grande stima per queste donne prendere il coraggio e partire da sole è un grande atto di crescita e responsabilità, fatto da alcune anche in giovane età. Un accrescimento della .propria autostima notevole e una bella voglia di mettersi in gioco, complimenti a tutte.
Anna
Confesso di non aver mai fatto un viaggio da sola (escludendo i viaggi di lavoro) e ammiro chi lo fa. Io amo fare le cose in compagnia, lo ammetto. Forse mi è mancata la spinta a viaggiare da sola avendo una compagnia con cui viaggio bene e faccio fatica a pensare di non condividere il viaggio.
Alessandra
Non ho mai viaggiato da sola. Amo viaggiare con mio marito che è il migliore compagno di viaggio, oltre che migliore amico. Ammiro però il coraggio e l’intraprendenza di queste ragazze perché penso che esperienze di questo genere fortifichino molto il carattere e l’autostima di una persona.
Stefania
Seguo Noemi e dopo il colpo di stato è dovuta andarsene dal Myanmar. Le donne che viaggiano da sole sono meno rispetto agli uomini ma alla fine non c’è grande differenza perché in caso di imprevisti bisogna cavarsela.
Marina - https://viaggimarilore.wordpress.com/
Donne ed esperienze magnifiche! Invidio la capacità di mettersi talmente in gioco da riuscire a viaggiare da sole! Hanno una forza interiore bche dev’essere davvero pazzesca. Complimenti a tutte!
Claudia
Che bei racconti personali, mi interessano molto questo tipo di esperienze.
Anche a me piace molto viaggiare da sola. Ok le difficoltà e i contrattempi che possono capitare, ma io nel viaggio in solitaria vedo solo un punto di forza, di crescita, una spinta maggiore. Ci penso spesso alla possibilità di fare un passo più deciso verso un viaggio in solitaria a lungo raggio. Tra l’altro grazie a questo articolo ho scoperto nuovi blog interessanti
Federica Assirelli
Bellissima questa carrellata di esperienze di viaggio e vita in solitaria! Non ho mai fatto viaggi da sola per più di 3 settimane, ma sono state tutte esperienze meravigliose che rifarei senza timore nonostante qualche momento di difficoltà ci sia stato. Non so se sarei però in grado di farlo per anni di fila perché io amo anche la mia vita in Italia. Ora poi con una famiglia è tutto diverso…
Monica
Appartengo anch’io alla categoria delle viaggiatrici solitarie, da oltre 20 anni ormai, e adoro leggere i racconti delle mie “sorelle”. <3 Bellissimo quest'articolo di gruppo, esperienze affascinanti.
Annalisa Trevaligie-Travelblog
E’ proprio vero…l’unico limite è quello che ci imponiamo! Mi sono persa nei racconti di queste donne straordinarie, e ne sono rimasta estasiata. Forza di volontà, coraggio e determinazione sono un mix essenziale necessario a cambiare rotta alla propria vita! Brave!