
L’INGLESE IN VIAGGIO
Uno dei requisiti fondamentali di quando si viaggia, soprattutto autonomamente, è quello di conoscere la lingua inglese, almeno l’ABC. Sconsiglio vivamente di affrontare qualsiasi “avventura” all’estero senza questo bagaglio! Del resto non sappiamo mai quel che può succedere, e nei momenti di difficoltà, conoscere la lingua può salvarci da mille spiacevoli situazioni.
In Laos ho dovuto affrontare un contesto veramente difficile oltretutto è un paese dove l’ambasciata italiana non è presente quindi conoscere l’inglese mi ha mi ha letteralmente salvato la pelle.
COME MIGLIORARE L’INGLESE
Possiamo imparare e migliorare il nostro inglese in vari modi, di certo non basta quello che la scuola ci insegna, ma i più efficaci sono: vedere film con sottotitoli, ascoltare la radio, ascoltare e tradurre diverse canzoni ma anche leggere libri in lingua.
In questi giorni dove il tempo per noi stessi di certo non ci manca e la mente è più fresca, è il momento giusto anche per iniziare a leggere un libro in lingua originale.
Leggere in inglese vi farà migliorare la lingua e ampliare il vocabolario, all’inizio sarà sicuramente difficile, ma come si suol dire “l’esercizio porta alla perfezione”. Leggendo i miei primi libri dovevo fermarmi varie volte e rileggere per capire il significato di parole che non avevo mai visto prima, ma chi la dura la vince!
Nelle stazioni principali della metro di Londra ci sono spazi riservati allo scambio di libri, dove è possibile sia prenderne in prestito che lasciare i propri.
INTO THE WILD
È così che in uno dei miei viaggi in metro ho trovato “Into the Wild”, scritto da Jon Krakauer, un alpinista statunitense che, appassionatosi alla storia vera di Chris, ne ha scritto un romanzo. Ve ne parlo perché mi ha veramente toccato, viste le similitudini con le mie esperienze. Chris, ragazzo di buona famiglia, dopo la laurea ottenuta nel 1990, decide di abbandonare tutto per intraprendere un viaggio da solo negli stati occidentali degli USA fino all’Alaska, alla ricerca di sé stesso.
Durante il suo percorso incontra varie persone, tra cui un signore anziano, che lo aiuta ad affrontare le insidie della fredda ed inospitale ultima tappa del suo viaggio.
Partito non ben equipaggiato e senza neanche una buona preparazione fisica, quando arriva in Alaska, in mezzo alla natura selvaggia capisce che la felicità non sta nelle cose materiali che l’uomo ha. Dopo cinque mesi, vissuti senza alcun contatto umano, decide di fare ritorno dalla sua famiglia….Il resto lo lascio a voi.
E chi può dirlo…quando questa emergenza finirà, magari anche voi vorrete lasciare tutto per intraprendere un viaggio, del resto la libertà è il bene più prezioso che abbiamo.
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Carlo
Ottimo consiglio
Miriam Ferrarin
Quando lo leggi fammi sapere cosa ne pensi.