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pescatore inle lake

Il Myanmar è uno di quei paesi che più di ogni altro mi ha fatto vivere emozioni intense e indimenticabili! Mi hanno conquistato la sua cultura, le sue tradizioni millenarie che ancora oggi sopravvivono in certe aree, la religione buddista, la natura ancora incontaminata, ma soprattutto le persone con la loro semplicità e i sorrisi smaglianti. Da loro sono venuta a conoscenza del Thanaka, una crema biancastra ricavata dalla corteccia di alcuni alberi che da oltre duemila anni, viene usata da tutti i birmani (sia dagli adulti che dai bambini) per rinfrescare, purificare e profumare la loro pelle e proteggerla dalle scottature solari.

Ma il Myanmar è anche molto altro: è una terra ricca di montagne, laghi e canali lungo i quali abbondano le risaie. Qui e lì, avvolti dalla foschia delle foreste, spuntano i templi e pagode buddiste da ogni dove, dai quali ogni mattina i monaci escono per andare a raccogliere le offerte. Grazie a due visti della durata di 28 giorni ho potuto esplorare autonomamente alcuni luoghi di cui vi parlerò in questo articolo mentre la seconda volta mi sono concentrata sulla conoscenza delle diverse tribù nelle aree più remote del paese dove gli spostamenti sono stati difficili e lunghi. E’ stato un viaggio lento che mi ha permesso di toccare con mano la calorosa ospitalità birmana, come quando per caso mi son ritrovata a casa di un mio compagno di viaggio, conosciuto in bus, che parlava un po’ d’inglese e a fine corsa mi ha detto “seguimi”. Qui i suoi amici, appartenente all’etnia Chin, senza neppure conoscermi, mi hanno preparato una buonissima cena a base di riso, verdure e carne senza voler niente in cambio. Respiravo solo la grande e semplice convivialità scandita dai sorrisi che apparivano sui nostri volti!

Se vi state documentando per organizzare un viaggio in Myanmar, potete prendere spunto da questo articolo per iniziare a costruire il vostro itinerario in base ai giorni a vostra disposizione. Nei prossimi altri articoli entrerò meglio nel dettaglio di alcune località ma per adesso immergiamoci in questo breve tour generale del paese. Siete pronti?

YANGON

La prima fermata di questo itinerario è Yangon dove atterrano la maggior parte dei voli internazionali grazie alla presenza del più grande aeroporto del paese. Yangon è anche la più grande città del Myanmar e fino al 2005 è stata anche la capitale, ora trasferita a Naypyidaw, ma nonostante questo cambio amministrativo, rimane ancora il cuore economico del paese. I vecchi palazzi del centro sembrano usciti da un libro di storia fermo all’epoca della conquista britannica (1824-26) durante la quale la città pullulava di edifici vittoriani che oggi sono un po’ scrostati e scoloriti dai quali partono vistose ragnatele di fili elettrici esterni che sovrastano lunghe file di bancarelle con ogni genere alimentare, immerse nell’assillante rumore dei clacson. L’attrazione principale è l’elegante stupa buddista noto con il nome di Shwedagon Pagoda, una struttura placcata in oro, alta 99 metri e con la guglia tempestata di diamanti che svetta sulla cima di una piccola collina che domina il centro cittadino. Un’altra cosa molto interessante da fare è percorrere la Yangon Circle Line, una linea ferroviaria che compie un percorso circolare lungo tutta la  periferia e permette al viaggiatore di vedere da vicino la vita quotidiana delle persone.

yangon, sule pagoda
yangon market

BAGO

Mentre molti viaggiatori ignorano Bago preferendo altre destinazioni, io ho deciso di fermarmi lo stesso. Bago (o Pegu) sembra aver dimenticato il suo glorioso passato: infatti tra il 573 e il 1599 è stata la capitale dei diversi regni del Myanmar meridionale mentre oggi la città moderna non si distingue certo per la sua bellezza architettonica e per la ricettività delle sue strutture. Nonostante questo, Bago mi ha riservato belle sorprese! È un luogo disseminato di pagode e i suoi antichi templi la rendono di fatto un vero e proprio museo a cielo aperto che merita di essere esplorato in maniera indipendente, noleggiando una bicicletta per qualche kyats. Il simbolo principale è la Pagoda Shwemawdaw, uno stupa a forma di campana che, con i suoi 114 metri è il più alto del Myanmar. Merita una visita anche la Hintha Gon Paya, dalla quale si gode di una splendida vista su tutta la città e i quattro Buddha di Kyaikpun.

bago, pagoda
bago

GOLDEN ROCK

Il Golden Rock è un luogo sacro situato sul monte Kyaiktiyo, nella zona centrale della Birmania, a circa 5 ore da Yangon. Questo è una delle mete di pellegrinaggio più importanti in tutto il Myanmar, capace di conferire pace e serenità a tutti i devoti, e l’enorme masso interamente ricoperto da foglie d’oro, è sormontato da uno stupa. La leggenda dice che il re locale ricevette in dono una ciocca di capelli del Buddha da un eremita, il quale gli chiese di cercare un blocco di pietra che gli ricordasse la sua testa e di posare i capelli sotto la roccia. Il re trovò il masso in fondo al mare e lo portò in cima al Monte Kyaiktyio con una barca che, una volta finito il percorso, divenne pietra. E’ proprio la ciocca di capelli a mantenere ferma e salda la roccia, sempre secondo la leggenda. Basterebbe questa leggenda per sublimare il Golden Rock, ma ho deciso di parlarvene più dettagliatamente in un futuro articolo.

golden rock
golden rock
golden rock

LOIKAW

Ho deciso di fermarmi a Loikaw non tanto per sue pagode, ma per conoscere le donne giraffa o dal collo lungo, emblemi viventi di una delle 135 diverse tribù del Myanmar. Queste signore vivono in piccoli villaggi non lontani da Loikaw e iniziano ad indossare quattro o cinque bande di ottone dall’età di cinque e ogni anno che passa aggiungono un nuovo anello. L’aumento del peso di questi provoca l’abbassamento delle spalle e della cassa toracica provocando così l’allungamento del collo. Una leggenda afferma che l’inizio di questa usanza derivi dal fatto che gli anelli proteggessero il collo delle donne dagli attacchi delle tigri, mentre un’altra leggenda afferma che gli anelli dissuadessero gli uomini delle tribù rivali dal rapire le donne. Oggi gli anelli fungono da accessori di bellezza e da tipico ornamento culturale. Le donne giraffa che ci sono in Thailandia vicino a Chiang Mai sono originarie di questi villaggi, ma lo stato non ha concesso loro lo status di “rifugiati” per cui devono rimanere nelle zone a loro assegnate per puri scopi puramente turistici.

long neck woman
long neck woman
loikaw, long neck woman

INLE LAKE

Dopo un trekking di quasi 60 km, partito da Kalaw e durato ben tre giorni, sono arrivata al lago Inle, uno specchio d’acqua dolce che è uno dei luoghi più popolari del Myanmar centrale. Con le sue case costruite su palafitte, i giardini galleggianti, i vivaci mercati (ogni giorno in un punto diverso), gli stupa imbiancati e le botteghe artigiane, il lago interno è un luogo davvero affascinante. Una delle cose più belle da fare qui è un giro in barca all’alba o al tramonto dove i colori dell’acqua, che vanno dall’arancione al rosa, sembrano usciti dalla  tavolozza di un pittore. Sul lago vivono e lavorano i famosi pescatori Intha, i quali usano ancora una particolare tecnica di voga presente solo qui: remare con i piedi. Infatti il movimento tradizionale è quello di remeggiare le lunghe barche usando le gambe, rimanendo in equilibrio su un piede e dirigere l’imbarcazione con l’aiuto dell’interno dell’altra gamba.

inle lake, palafitte
inle lake

MANDALAY

Mandalay è la seconda città più grande del Myanmar; è un agglomerato caotico, trafficato, pieno di motorini e di persone, dove le strade sono indicate da numeri, ma questa città ha millenni di storia alle sue spalle. L’origine del suo nome deriva dalla collina omonima che sovrasta la città, da dove si gode di un bellissimo panorama. È un luogo in cui si respira una forte spiritualità grazie alla presenza di alcuni importanti luoghi di culto famosi in tutto il Myanmar come la Kuthodaw Paya, che contiene 729 lastre di marmo con iscrizioni buddiste note come “il libro più grande del mondo”, ed il monastero Shwenandaw, completamente realizzato in legno teak. In città si trova anche il palazzo reale, un luogo importante a livello storico,  ma che ho trovato poco interessante da vedere e commentare. A pochi chilometri da Mandalay, vi consiglio di visitare alcuni siti storici come la bianca Pagoda Hsinbyume edificata nell’Ottocento e l’incompiuto stupa Pahtodawgyi, costruiti entrambi nel paese di Mingun, e poi il piccolo centro di Inwa, Sagaing e Amarapura con l’U Bein bridge, il ponte di teak più lungo del mondo.

mingun pagoda
u bein bridge, mandalay

BAGAN

Bagan è uno dei siti archeologici più importanti del mondo.
La pianura circostante, quella che viene comunemente chiamata la Piana di Bagan, è disseminata di migliaia di pagode e stupa risalenti per lo più al XII secolo. Dovete sapere che nel periodo compreso tra il 1047 e il 1287, il territorio era teatro delle scorrerie delle truppe mongole e fu per questo motivo che i governanti di Bagan ordinarono la costruzione di oltre 4.000 templi per scongiurare l’invasione. La cosa più magica da fare è venire in ebike tra questi templi, noti e meno noti, durante l’alba o il tramonto. Vi assicuro che quando i raggi del sole illuminano questi secolari luoghi di culto, lo spettacolo che avrete davanti vi lascerà letteralmente a bocca aperta!

templi di bagan
piana di bagan

MINDAT

Nella remota zona del Chin State, nel Myanmar occidentale, vivono le donne dal volto tatuato. L’origine di questa pratica non è chiara, ma ci sono diverse credenze, la più valida delle quali dice che questa tecnica venne adottata dalle donne per imbruttire volutamente il loro volto ed evitare così che il principe le scegliesse come concubine. Per questo motivo le famiglie Chin hanno iniziato a tatuare la loro figlie dall’età di 15 anni per assicurarsi che non fossero portate via. Negli anni ’60 lo Stato birmano ha bandito questa tecnica e al momento rimangono solo 200 donne con il tatuaggio sul viso e per lo più sono anziane. Anche di queste donne, ve ne parlerò meglio in un prossimo articolo.

mindat donne dal volto tatuato
mindat, donne dal volto tatuato

NGAPALI BEACH

Situata sulla costa occidentale, Ngapali Beach è una lunga distesa di sabbia dorata, palme da cocco e villaggi tradizionali di pescatori, isolata dal resto del paese da una piccola catena montuosa. Qui, le acque del Golfo del Bengala sono calme e cristalline e non hanno niente da invidiare alle vicine spiagge thailandesi, grazie anche al fatto che gran parte di quest’area presenta piccoli agglomerati urbani poco sviluppati. Ma sapete qual è la cosa che mi ha colpito di più? Il fatto che il nome Ngapali (pronunciato Napally) non significhi assolutamente niente in birmano! Pare infatti che questo nome sia stato dato da un visitatore italiano nostalgico a cui veniva sempre in mente la sua amata Napoli ogni volta che osservava la bellezza incontaminata di questo luogo.

ngapali beach
ngapali beach

HPA AN

Ha An è la capitale dello stato Kayin. In realtà è una città molto piccola, con poche cose da vedere al suo interno, ma il suo circondario è fatto perlopiù da montagne calcaree che presentano in diversi affratti alcune grotte naturali. Quindi, se siete appassionati di gite in scooter, Hpa An fa al caso vostro. Da qui potete spostarvi verso la famosa e bella da vedere Kawgun Cave, per poi allungarvi verso Kyauk Ka lat, una pazzesca pagoda sospesa su una roccia in mezzo a un lago.

hpa an

KENTUNG

Quando avevo deciso di visitare la città di Kentung, non avevo trovato molte informazioni in rete su come farlo autonomamente e nessuno dei viaggiatori che ho incontrato era stato a Kentung, nè tanto meno aveva intenzione di andarci, per cui mi sono avventurata da sola. Poichè questa regione è chiusa via terra agli occidentali,  l’unico modo per raggiungere la località è prendere un aereo. Ma quali sono i motivi che spingerebbero i viaggiatori solitari a venire qua?

Ebbene, l’area di Kengtung è il territorio di molte tribù, tra cui gli Akhu, gli Akha e gli Ann, ognuna con diverse tradizioni, credenze e abbigliamento. Queste diverse minoranze etniche vivono in piccoli villaggi tra le remote aree  montuose che circondano Kentung e il viaggio per raggiungerle è un’avventura senza precedenti. Innanzitutto è necessario avere una guida locale e avere dei particolari permessi senza i quali non si può transitare nei vari territori. Inoltre la polizia presiede i vari posti di blocco sia in entrata che in uscita e per non avere problemi, dovrete fornire una fotocopia del vostro passaporto e firmare un registro. La strada, o meglio, il sentiero per raggiungere i villaggi è composto da terra scarlatta che quando piove si trasforma in un fiume rosso. Raggiungere questi territori fuori dal mondo per me è stata un’esperienza incredibile. La mia guida era un uomo originario della tribù Akha che quando mi ha portato nel suo villaggio, prima mi ha fatto mangiare con la gente del posto, e poi mi ha affiancato ad alcune donne che mi hanno insegnato a tessere i loro abiti tradizionali. In segno di gratitudine, mi hanno pure fatto indossare il loro tipico copricapo, decorato con palline d’argento, facendomi sentire per un giorno una di loro! Un’appartenente alla tribù Akha.

kentung tribe, myanmar
kentung ann tribe

Il Myanmar ha veramente molti luoghi da vedere, questi sono solo alcuni. Spero di esserti stata utile, se avete qualche domanda scrivetemi pure.

Mingalaba!

LOGISTICA

QUANDO ANDARE: Il periodo migliore per visitare il paese va da ottobre ad aprile infatti le precipitazioni sono quasi assenti e le temperature sono calde. Da maggio a settembre invece c’è la stagione delle piogge.

VISTO: I cittadini italiani devo essere provisti di visto turistico prima di entrare nel paese. Il visto turistico ha una durata di 28 giorni e il costo è di 50$.

COME ARRIVARE: 

  • via aereo: in Myanmar ci sono due aeroporti internazionali quello di Yangon (il più grande le paese) oppure Mandalay
  • via terra:Thailandia:
    • valico Myawaddy-Mae Sot
    • valico Tachileick-Mae Sai per chi decide di entrare in Myanmar da questo valico e per proseguire il viaggio via terra da Keng Tung sono necessari particolari permessi, l’altra soluzione è prendere un volo da Keng Tung in quanto, al momento, la strada per i turisti è chiusa.
    • valico Kawthaung-Ranong per chi entra da questo confine non ci sono ancora molti trasporti verso Yangon
    • valico Htee Khee-Ban Phu Nam Ron
    • India valico Tamu-Moreh aperto nel 2018
      Non è possibile entrare in Laos via terra

COME SPOSTARSI ALL’INTERNO DEL MYANMAR: Le mete turistiche sono abbastanza ben collegate mentre se si esce da queste rotte gli spostamenti diventano più difficili

  • tramite bus: ci sono varie tipologie, si va dal minivan ai bus senza aria condizionata oppure i VIP bus con aria condizionata. Gli spostamenti sono più veloci del treno, è il trasporto abituale dei birmani ed è anche economico. Molto utilizzati sono i bus notturni, un buon compromesso per viaggiare di notte ottimizzare i tempi e risparmiare una notte in ostello.
  • tramite treno: è il mezzo più economico ma richiede davvero molto tempo. Le linee sono risalenti al periodo coloniale britannico e anche i treni non sono dei più recenti. Ci sono tre classi: la Ordinary, First Class e Upper Class
  • tramite aereo: spostarsi all’interno del paese tramite aereo è la soluzione più veloce ma i voli interni sono abbastanza cari, una media di 80/100 euro a tratta.

VALUTA: La valuta del Myanmar è il Kyat. 1 euro = 1709 kyat (aggiornato febbraio 2021). Le banconote in dollari usd o euro per il cambio devono essere nuove e perfette condizioni altrimenti potrebbero rifiutarsi di cambiare il contante. Ci sono ATM sparsi nelle zone turistiche con una tassa fissa a transazione di 5000 kyat. Nei negozi si paga in contanti. Nelle zono più remote non sempre ci sono ATM quindi è meglio arrivare con del contante.

Comments:

  • 20 Febbraio 2021

    Che meraviglia! Articolo interessantissimo ma soprattutto le fotografie mi hanno lasciata a bocca aperta. Mi hanno colpita in particolar modo i ritratti. Spero tanto di poter visitare il Myanmar un giorno, è da un po’ che mi affascina. Sono curiosa di leggere i prossimi articoli, soprattutto saperne di più del trekking che hai fatto.

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  • Sara

    21 Febbraio 2021

    Sono diversi anni che sogno di visitare il Myanmar e il tuo articolo mi ha fatto davvero sognare. L’Asia in generale è il continente che ci ha regalato le emozioni più forti e sarebbe bello partire per qualche mese per esplorarla in lungo e in largo. Per ora rimane un sogno, ma almeno quello possiamo ancora farlo.

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  • Marina

    24 Febbraio 2021

    Il Myanmar è uno di quei luoghi di cui vorrei poter visitare ogni angolo! Grazie dei tuoi suggerimenti spero di poterli usare presto

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