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cappello vietnamita

In Vietnam subito dopo aver bevuto un buon cà phe, mi sono precipitata in un mercato locale per acquistare il tipico cappello conico vietnamita chiamato Nón Lá (che significa cappello di foglie). La prima volta che ho visto questo classico copricapo asiatico è stato a casa di una mia cara zia che, sin da quando ero bambina, mi raccontava tante storie di terre lontane e per anni ho fantasticato e viaggiato con la mia mente finchè anch’io ho potuto finalmente indossarlo ed essere la protagonista di una di quelle storie. Il Nón Lá mi ha tenuto compagnia lungo il mio viaggio attraverso tutto il Vietnam ed è stato una grande protezione dal sole e dalla pioggia; allo stesso tempo l’ho usato anche come cestino per le verdure quando facevo la spesa al mercato oppure come contenitore quando passavo vicino a una fonte d’acqua e avevo bisogno di alleviare la sete.

L’ORIGINE DEL NÓN LÁ

Come spesso succede in Asia, anche le origini del Nón Lá provengono da una leggenda legata alla coltivazione del riso. Si racconta che una volta, durante una pioggia torrenziale che durò diverse settimane e che inondò terre e case causando disagi alla vita rurale, una graziosa dea scese dal cielo. Indossava sulla testa un cappello gigante fatto di quattro grandi foglie cucite insieme da bastoncini di bambù. Il suo copricapo era così grande che ha protetto tutte le persone dalla pioggia permettendo alla gente di tornare a svolgere una vita normale. La dea non solo allontanò i densi nuvoloni ma insegnò alla gente come coltivare al meglio il riso e un giorno, durante una delle sue storie educative, i contadini si addormentarono ascoltando la sua voce rassicurante. Quando si svegliarono, la dea non c’era più. Dopo la sua sparizione, i vietnamiti costruirono un tempio per commemorarla e onorarla come la “Dea della Pioggia”.

cappello vietnamita
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COME VIENE REALIZZATO IL NÓN LÁ

Ancora nessuna macchina è riuscita a sostituire la notevole abilità e maestria degli artigiani locali che, di generazione in generazione, hanno perfezionato le loro tecniche nella realizzazione tradizionale del cappello vietnamita. Infatti il Nón Lá è un manufatto di splendida semplicità, realizzato con le foglie di palma che sono considerate le migliori per creare il conico copricapo. Vengono raccolte quando sono ancora verdi e dopo un’accurata selezione, vengono lasciate asciugare sotto il sole. Più il sole diventa caldo, più le foglie appassiscono facilmente e diventano secche dopodichè, utilizzando una barra di acciaio calda, vengono stirate. Il calore della barra è molto importante: la giusta temperatura impedisce alle foglie di bruciarsi, se è troppo calda, e di raggrinzirsi se è troppo fredda. Una volta appiattite, le foglie sono cucite su una struttura conica che consiste di 16 cerchi rotondi di bambù. Un Nón Lá ben fatto richiede una precisione meticolosa, frutto non solo del talento dell’artigiano, ma anche dei suoi numerosi anni di esperienza. Può essere difficile da credere, ma ogni singola cucitura è fatta in spazi uguali. I sedici cerchi della montatura in bambù danno la forma conica al cappello, ma gli artigiani spesso inseriscono delle decorazioni per renderlo più attraente ed elegante a per completare l’opera, nella parte esterna viene applicata una vernice trasparente per renderlo impermeabile.

LE DIVERSE VARIANTI DEL NON LA

Da questa versione originale apparsa migliaia di anni fa, la Nón Lá si è evoluto notevolmente e ora presenta molte varianti. Di norma, le donne indossano una versione con un ampio bordo, mentre per la versione indossata dagli uomini, il cono è più alto e i cerchi più piccoli. Esistono poi diversi modelli realizzati per tante diverse categorie come ad esempio quelli per la classe superiore, per i bambini, per le truppe dell’esercito, per i monaci e così via. Al giorno d’oggi esistono più di 50 tipi di Nón Lá.

IL MODELLO DI HUE

Il modello più famoso è chiamato “Non Bai Tho” (Cappello poetico), proveniente dall’antica capitale di Hue, nota come il luogo di nascita di molti poeti famosi. Questa versione del Nón Lá presenta dei versi poetici che l’artigiano inserisce tra due strati di foglie e che diventano leggibili se esposti alla luce del sole.

non la, cappello vietnamita
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DOVE SI COSTRUISCONO I CAPPELLI VIETNAMITI

Il villaggio di Chuong, non lontano dalla città di Hanoi, è il luogo più famoso dove vengono realizzati un gran numero di Nón Lá; inoltre è il posto che ha la reputazione di creare il cappello conico più bello del Delta del Nord! Il villaggio produce migliaia di copricapi al giorno, tutti utilizzati sia per scopi personali ma anche come souvenir e articoli da esportare. Probabilmente tutte le famiglie del villaggio Chuong sono coinvolte nel commercio. Ci vogliono decenni per padroneggiare le tecniche che vengono tramandate alle generazioni successive. Sorprendentemente, questo piccolo villaggio ha mantenuto un’alta reputazione negli ultimi tre secoli ed è riuscito a  conservare le proprie tradizioni manifatturiere senza essere troppo attaccato dalla modernità tecnologica.

QUANTO COSTA

Il prezzo di un cappello è di 25000 dong ma la cifra varia a seconda di dove lo acquistate! Nei luoghi più turistici può arrivare anche a 70000/100000 dong. Se vi trovate di fronte ad un prezzo decisamente esorbitante, ricordatevi di utilizzare il metodo della contrattazione.

Comments:

  • 22 Marzo 2021

    Ho trascinato il mio non là per gli aeroporti mi mezza Asia, l’ultima volta che sono stata in Vietnam e ne ho acquistato uno. In questo momento si trova in una scatola, in compagnia di altri cappellini comprati durante i miei viaggi, tra un fez marocchino e un tricorno veneto. Non conoscevo la storia romantica, ma ero convinta che fosse stato progettato per riparare dal sole le spalle e le braccia delle contadine.

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  • 3 Aprile 2021

    Mi è piaciuto tantissimo leggere questo articolo perché amo conoscere la storia degli oggetti che persone di altre culture usano nel loro quotidiano. Quanto sono abili gli artigiani orientali. Nelle mie peregrinazioni per l’Asia li ho visti spesso all’opera!

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  • 17 Settembre 2021

    Questo cappello mi affascina da sempre, grazie per avermi fatto scoprire la storia che c’è dietro ( o meglio in questo caso la leggenda!)

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